Il giorno più duro del popolo rossoblu. La mannaia del calcioscommesse si è abbattuta con forza sull'Aquila nella persona del ds Ercole Di Nicola, arrestato ieri in mattinata a Venezia ed accusato di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Insieme a lui altri 49 fermi tra presidenti, dirigenti e calciatori che avrebbero collaborato, secondo la DDA di Catanzaro, nell'alterazione dei risultati di 28 gare. Un vero terremoto insomma. Tra rumors, indiscrezioni e notizie certe, il sentimento che si respira in città è lo sgomento.
La domanda che tutti si pongono in questo momento è: cosa rischia L'Aquila? Non semplice stabilirlo con certezza. I tempi della giustizia sportiva, che dovrà tra l'altro stabilire l'accertata responsabilità di ognuno degli indagati, fanno immaginare che ci vorrà del tempo prima di poter conoscere l'eventuale sanzione che verrà comminata alla società. Fonti attendibili ed esperte di giustizia sportiva dicono che L'Aquila, stando così le cose, rischierebbe “solo” una penalizzazione, da scontare nella futura stagione di Lega Pro. Al momento sarebbe infatti da escludere l'ipotesi retrocessione. Il tutto partendo dal concetto di responsabilità, che, in questa situazione, risulterebbe come oggettiva e non diretta del sodalizio del Complesso Gran Panorama. Oggettiva perchè Di Nicola non è un tesserato con potere di raprresentanza della società (come può esserlo un presidente, un amministratore unico o un amministratore delegato), ma un tesserato generico, ossia senza questo potere. Quello che farà certamente piacere ai tifosi è sapere che nelle oltre centomila intercettazioni effettuate dalla DDA di Catanzaro non compaia mai il nome del presidente rossoblu Corrado Chiodi. Nè come intercettato né come citato dai vari interlocutori.
Passiamo ai punti. Come si fa a stabilire a quanto potrebbe ammontare la penalizzazione? La Procura Federale andrebbe ad operare un calcolo degli illeciti che vedono coinvolta in prima persona la squadra del capoluogo abruzzese (il numero delle gare alterate in cui L'Aquila risulta coinvolta), più gli illeciti che hanno coinvolto altre squadre, ma dai quali L'Aquila avrebbe potuto trarre un vantaggio. In base a ciò si procederebbe ad una sorta di somma di punti su cui avverrebbe la richiesta di sanzione (più sono gli illeciti, maggiore sarebbe la penalizzazione). Sanzione che, concetto fondamentale, deve essere afflittiva, ossia portare un reale svantaggio. Motivo per cui dovrebbe essere applicata nella prossima, e non in questa stagione. Immaginiamo, per esempio, che i rossoblu venissero penalizzati di 8 punti. Se tale “pena” venisse applicata alla stagione appena conclusa, L'Aquila non subirebbe nessun tipo di svantaggio. Diverso sarebbe invece partire da -8, e non da 0, ai blocchi di partenza di un nuovo campionato.
L'iter. Il primo passo è l'acquisizione degli atti da parte della Procura Federale. Soltanto dopo questo passaggio inizieranno gli interrogatori. Verranno ascoltati i tesserati coinvolti nello scandalo ed altri “informati dei fatti”, per avere il quadro completo della situazione. Non è da escludere che la Procura voglia comprendere se qualcuno all'interno della società o dello spogliatoio fosse a conoscenza di ciò che succedeva. Una volta chiuse queste indagini verrà emessa la richiesta di sanzione e si procederà con le udienze.