Qualcosa non va. Per come è arrivata, l'inaspettata battuta d'arresto dell'Aquila contro il fanalino di coda San Marino impone una riflessione, serena ma attenta. Per carità, le sconfitte fanno parte dello sport tanto quanto le vittorie. Ma è sotto gli occhi di tutti che da un po' di tempo a questa parte i rossoblu abbiano perso lo smalto e la grinta che avevano contraddistinto la prima parte della gestione Zavettieri. Dopo lo stratosferico mese di novembre, la squadra è stata in grado di mettere in cascina solamente dieci punti in otto gare, senza mai trovare quella continuità di prestazione necessaria per diventare grandi ed ambire al salto di categoria.
L'impressione è che il gruppo si trovi in un momento di stanca generale, soprattutto dal punto di vista mentale. Un gruppo che fatica a trovare i giusti stimoli e che spesso in campo, soprattutto contro le cosidette piccole, non riesce ad andare oltre il “compitino”. Pecca importante per chi racconterebbe velleità di primato. Sembrerebbe quasi che il mister non riesca a tenere unito uno spogliatoio composto ormai da molte prime scelte, soprattutto dopo il mercato di gennaio. E la poca lucidità si paleserebbe anche, a nostro dire, nel sovvertimento di alcune gerarchie che si erano andate a stabilire con il naturale andamento del campionato. Assurdo tenere fuori Sandomenico, uno dei giocatori più determinanti tra i professionisti, per buttare nella mischia alcuni nuovi arrivi che hanno ancora tutto da dimostrare.
La realtà è che la giornata di ieri dovrebbe fungere come monito a futura memoria. I trionfali proclami sulla B lanciati da dirigenti e giocatori sui giornali da inizio febbraio a questa parte hanno probabilmente avuto un effetto devastante su tutto l'ambiente. Ammettere senza mezzi termini di lottare per la vetta scopre infatti il fianco a contestazioni alle prime difficoltà. Il rischio enorme è che la squadra possa scendere in campo specchiandosi solo sulle belle parole, quasi a sentirsi superiori in base ad un ipse dixit. In altre piazze, nemmeno troppo distanti da quella del capoluogo abruzzese, alle parole si preferiscono sempre i fatti. Non male come strategia...