Un punto fa sempre classifica. Soprattutto dopo una partita come quella di ieri del Morgagni, dove L'Aquila ha rischiato per lunghi tratti di tornare a casa a mani vuote. Bicchiere mezzo pieno insomma, anche per la seconda posizione mantenuta in graduatoria, ma con alcuni temi da analizzare da vicino.
Partiamo dall'inizio. Che affrontare il Forlì nel suo stadio non fosse semplicissimo era cosa nota. I romagnoli infatti sono una squadra che in casa ha totalizzato 17 dei 19 punti conquistati fino ad oggi, con sole due sconfitte al passivo. Anche se in formazione rimaneggiata, i padroni di casa hanno mostrato grande voglia, grande carattere e capacità di saper gestire il forte ritorno dei rossoblù nei venti minuti finali. Eppure l'approccio dell'Aquila era stato da 10 in pagella. Dieci minuti di grande calcio per i ragazzi di Zavettieri che avevano trovato, con uno strepitoso Pacilli, la rete del vantaggio.
Ma da li qualcosa cambia. Si spegne la luce e per una buona mezz'ora la squadra non riesce ad essere propositiva, sbagliando la gestione di un gran numero di palloni e concedendo campo al Forlì. Segno di un calo ti tensione dopo l'incredibile cavalcata di novembre? Certamente le condizioni del terreno di gioco, reso pesante dalle piogge, hanno impedito il classico giro palla di scuola Zavettieri a cui ormai i tifosi erano abituati. In più, per la seconda volta dopo Ascoli, si è palesato un deficit di struttura fisica del gruppo. Da centrocampo in su, infatti, L'Aquila non ha in organico i cosidetti “bestioni”, che su questi campi possono fare la differenza, ma tanti brevilinei. In questo senso, il mercato di gennaio potrebbe almeno in parte rimettere a posto le cose.
La differenza in fatto di centimetri, comunque, si è fatta sentire. L'Aquila sbaglia i piazzamenti su due calci d'angolo, incredibile la scelta di mettere Corapi in marcatura su Djuric in occasione del secondo, e, dopo 471 minuti di imbattibilità, Zandrini torna a raccogliere il pallone dal fondo della rete, per ben due volte.
In una giornata già difficile anche la mala sorte ci ha messo del suo. Prima con il palo colpito a fine primo tempo da Sandomenico e poi, purtroppo, con l'infortunio occorso al ginocchio di Tommaso Ceccarelli, per valutare l'entità del quale si dovranno attendere gli esami strumentali fissati per martedì. La speranza è che si tratti solo di una forte distorsione, e non di qualcosa di più serio.
La determinazione e le intuizioni di Zavettieri sono però le armi in più di questo gruppo. Il mister, negli ultimi venti ninuti, decide di rimischiare le carte, cambiando modulo, interpreti e di fatto il volto della gara. Difesa a 4, rombo di centrocampo, Mancini e De Francesco e L'Aquila cresce e si guadagna il penalty di Corapi che vale il pareggio. Da quel momento i rossoblù, con l'orgoglio e con un ritrovato carattere, schiacciano i galletti nella propria metà campo. Tutti dietro la linea della palla i ragazzi di mister Rossi, a difendere con i denti un risultato per il quale, probabilmente, avrebbero firmato alla vigilia. Due occasioni clamorose, ma mal sfruttate da Mancini e il solito Sandomenico nei minuti finali, avrebbero potuto portare a sei le vittorie consecutive degli abruzzesi. Ma alla fine, facendo la media tra la prima e la seconda parte della prestazione, va bene così. L'analisi di questo pareggio con i suoi calciatori aiuterà certamente il tecnico calabrese nel processo di crescita che la squadra ha iniziato col suo arrivo. Magari dedicando un pizzico di attenzione in più al lavoro sulla gestione delle palle da fermo. Sperando che già sabato prossimo, quando al Fattori arriverà il fanalino di coda Pro Piacenza, L'Aquila possa ricominciare a fa sognare i propri tifosi. D'altronde l'Ascoli, bloccato sullo 0-0 al Dei Marmi da una più che ottima Carrarese, è ancora li, a soli 3 punti di distanza.