Vincere imparando a soffrire, con la voglia e col carattere. Vincere sfruttando gli episodi. Vincere facendo affidamento sul gruppo e potendo contare anche su chi, solitamente, parte dalla panchina ma alla prima occasione è bravo a farsi trovare pronto (ogni riferimento a Tommaso Ceccarelli non è puramente casuale). Insomma, vincere. Per tre volte di fila. Rilanciandosi di prepotenza in classifica ed entrando di diritto nella corsa alle posizioni che contano. Alla luce della sconfitta della Reggiana ad opera del Teramo, della disfatta del Tuttocuoio a Gubbio per 4-0 e del pareggio a reti bianche tra Spal e Ancona, i rossoblù si posizionano infatti al terzo posto, in piena zona playoff. La forza della continuità.
Eccola L'Aquila di Zavettieri. Una squadra che in sette gare, da quando cioè il condottiero calabrese si è accomodato sulla panchina, è stata capace di vincere 5 volte (due in casa contro Lucchese e Carrarese, e tre fuori contro Teramo, Spal e Santarcangelo), di pareggiare sul difficilissimo campo di Reggio Emilia, seppur con qualche rimpianto, ed uscire sconfitta dal terreno di gioco solamente in quel maledetto 25 di ottobre contro il Pisa. La media punti è a dir poco strepitosa. 2,28 a partita è tanta roba. Addirittura impensabile se si torna con la memoria al fischio finale del match del Fattori contro il San Marino, l'ultima di Pagliari. Il tutto subendo zero gol negli ultimi 180' minuti, nei quali la squadra ha cambiato modulo, passando dal 4-3-3 al 3-4-3.
Ieri, lo avevamo anticipato in settimana, non era per nulla semplice. Il Santarcangelo è si una squadra che naviga nelle zone basse della graduatoria, ma nelle ultime tre uscite aveva fatto vedere ottime cose dal punto di vista del gioco e dei risultati. E contro queste formazioni non puoi permetterti di abbassare la guardia. Devi entrare in campo con la consapevolezza che sarà una battaglia.
L'Aquila, nel primo tempo più che nel secondo, ha interpretato la gara nel modo giusto. Ha tenuto il pallino del gioco schiacciando gli avversari nella propria metà campo, creando un buon numero di palle gol. Una di queste ha portato, al 28' minuto, alla splendida rete di testa di Ceccarelli, servito “in the box” da un gran cross di Pedrelli dall'out sinistro. Nella ripresa, però, l'atteggiamento dei ragazzi di Zavettieri non è stato dei migliori. La squadra ha abbassato il baricentro, si è tirata indietro ed è stata di gran lunga meno propositiva, lasciando campo e gioco al Santarcangelo. Ma i rossoblù hanno dimostrato non solo di saper gestire il risultato, ma anche di saper soffrire, contenedo in maniera impeccabile le sortite clementine. Nessun pericolo in area con Zandrini che esce dal campo con i guanti immacolati. Qualcuno potrebbe dire che quella di ieri è stata una vittoria “da grande”. Un altro piccolo passo per la crescita di un gruppo che sta dimostrando, domenica dopo domenica, di poter dire la sua nelle zone alte della classifica.
Al Mazzola, però, non è andato tutto benissimo. Ad inizio secondo tempo, infatti, gli RBE hanno abbandonato spontaneamente il settore a loro destinato. Causa di questo forte gesto, la decisione delle forze dell'ordine di chiedere la rimozione di un paio di “pezze” che salutavano i tifosi diffidati. Quegli stendardi che ogni domenica appaiono in tutte le curve dello stivale e che non fanno del male, ne tantomeno offendono, nessuno. Negli stadi ci sarebbero problemi ben più gravi di questo.
Ennesimo episodio discutibile, dunque, a chiusura di una settimana horribilis per la tifoseria aquilana, da sempre conosciuta come una delle più rispettose ed educate dell'intero panorama nazionale. Quello che non si capisce è il motivo per il quale durante la prima frazione di gioco, nella quale lo striscione faceva già bella mostra tra gli ultras rossoblù, i tutori dell'ordine pubblico non avessero avuto nulla da ridire in merito. Fatto sta che i Red Blue Eagles non hanno ceduto alle richieste, preferendo abbandonare lo stadio e andandosi a posizionare su una tribunetta sita a 50 metri circa, da dove hanno continuato ad incitare la squadra. Che ha dovuto giocare i secondi 45 minuti senza il sostegno del proprio pubblico.