Si é alla quarta giornata di campionato, eppure in casa L'Aquila già serpeggiano umori poco soddisfacenti da parte della tifoseria rossoblù. Come mai? Perché dopo 360 minuti la vetta é già distante di 5 punti, perché la piazza dopo due anni di Eccellenza é esausta e vorrebbe finalmente vivere un anno tranquillo e perché, parte della stessa piazza si sente orfana della precedente gestione tecnica con tutti i pregi e i difetti che essa racchiudeva.
Il gol in zona Cesarini di Santirocco contro la Torrese evita la seconda sconfitta consecutiva contro una squadra di vertice. Chissà magari il gol del centravanti aquilano potrebbe comportare ad una svolta stagionale, un po' (anche se all'inverso)come quel gol di Dos Santos a tempo scaduto nel derby con l'Avezzano, con i marsicani che da lì in avanti volarono spediti verso la vittoria del campionato, mentre L'Aquila iniziò a sprofondare cadendo in crisi già dalla successiva gara contro l'Angolana. Insomma, dopo aver subito un episodio di quel genere nella passata stagione, magari adesso L'Aquila potrebbe beneficiarne. Lo si ripete: chissà. Ma non é questo il punto.
Fuori luogo parlare di crisi o di indicare i responsabili, non é il momento per farlo. La situazione non può considerarsi eccessivamente drammatica perché siamo alle prime battute e perché ora toccherà alle altre big scontrarsi tra di loro. C'é bisogno di usare buon senso e razionalità. Un appunto però e in maniera costruttiva lo si può fare, proprio perché i rossoblù sono pienamente artefici del proprio destino e possono migliorare. Uno degli errori commessi dall'Aquila nella passata stagione era quello di pensare agli altri, arbitri o avversari. Un esempio sul pensare agli arbitri puó essere il post L'Aquila-Avezzano, dove si chiese giustizia sportiva, invece di pensare ad una gestione del possesso di palla sbagliato nei minuti conclusivi del derby. Un esempio sul pensare agli avversari può essere invece il post L'Aquila-Taloro, dove si attaccarono solo i giocatori sardi, quando qualche critica c'era da fare anche ai rossoblù per essere caduti nel tranello delle provocazioni degli isolani.
Ieri il dg Bernardini ha sottolineato il lavoro svolto dalla direzione arbitrale a lui non gradito. Un pensiero che va detto, é legittimo, ma che diverge dal commento nel pregara di Sambuceto-L'Aquila di mister Epifani che dichiarò di non voler parlare di arbitri. I due versanti del club, quello rappresentato dalla tifoseria e quello rappresentato da Di Giovanni, hanno svolto importanti investimenti e sicuramente la città non può che essere riconoscente. Ma in virtù di tali investimenti, forse bisognerebbe creare meno alibi possibili, anche perché L'Aquila non é a -5 dalla vetta per dei torti clamorosi subiti dalle direzioni arbitrali.
Parlare di tattica e di giocatori al momento non é prioritario: se un giocatore segna ad una partita é amato, se gioca male la partita successiva deve andare via. É noto come, se ci sarà da intervenire la società non si tirerà indietro perché non lo ha mai fatto, ma la squadra é composta da giocatori di qualità e ha bisogno solo di stare tranquilla. Da qui in avanti L'Aquila deve pensare soltanto a se stessa.