"Oggi abbiamo affrontato una partita difficile contro una squadra forte e attrezzata che gioca davvero un bel calcio" commenta Giorgio Speciale (in foto), giocatore di qualità della Sangregoriese, dopo il sorprendente pareggio per 5 a 5 strappato al Barbati di Pescina che ha permesso agli ospiti di riscattare il pesantissimo 11 a 1 rimediato nel recupero di mercoledì contro il Pescasseroli e di rallentare la fuga solitaria della capolista Pescina Marsica New Team nella stessa domenica in cui lo United L'Aquila, unica inseguitrice che sembrava capace di restarle in scia, subiva la sua seconda battuta d'arresto stagionale a cura della Sanpelinese.
"Negli spogliatoi prima della partita ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che in ogni caso ci saremmo lasciati alle spalle la brutta prova di Pescasseroli perchè quella prestazione non ci rappresenta. E credo proprio che ci siamo riusciti", racconta Speciale (in allegato l'audio integrale della intervista), sottolineando l'importanza della componente motivazionale alla base del risultato più che positivo della squadra.
"Nel primo tempo stavamo perdendo 3 a 0 già dopo venti minuti. Poi però il nostro mister è stato bravo a ridisegnare la squadra e siamo riusciti a chiudere la prima frazione in parità" prosegue poi a proposito dell'andamento del match. "Nel secondo tempo abbiamo cercato di controllare i loro attacchi e siamo addirittura passati in vantaggio, anche se poi loro l'hanno di nuovo ribaltata sul 5 a 4. Però noi non abbiamo mai mollato, ce la siamo giocata fino alla fine, infatti poi il gol del 5 a 5 è arrivato nei minuti finali della partita".
E conclude: "Devo dire che abbiamo giocato veramente da squadra oggi: abbiamo saputo soffrire quando c'era da soffrire e abbiamo attaccato quando bisognava aggredire l'avversario. Alla fine è stato un ottimo punto perchè ottenuto giocando benissimo contro una squadra davvero forte. Adesso pensiamo a proseguire lungo il nostro percorso, che è ancora lungo, e già domenica ci aspetta un'altra partita impegnativa contro il Castel del Monte".
Tommaso de Benedictis
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