“Credo che la valutazione del match vada fatta anche in base alle potenzialità e alla differenza di tasso tecnico - inizia così la propria disamina il tecnico ospite, Bonati - Al netto delle differenze tecniche, a noi è mancato qualcosa in fase di realizzazione, perché quelle quattro, cinque ripartenze le abbiamo fatte e non siamo stati lucidi alla fine.
La partita l’avevamo preparata così, tutti sotto palla e ordinati. Dispiace perché a mio avviso c’era un rigore su Gobbo che poteva cambiare la partita. Gli è stato pestato il piede mentre stava calciando, poteva essere l’1 a 1.
Poi la differenza sta nella qualità di Miccichè che stoppa la palla e si gira senza guardare la porta. Noi invece stiamo facendo un investimento coi ragazzi, se pensate che avevamo quattro 99 in campo, oltre ai fuoriquota.
Ci tengo a ringraziare Cappellacci, che ha avuto parole di elogio per noi ieri. Sentendo la sua conferenza stampa ieri ho capito che avremmo perso perché ho percepito il massimo rispetto nei nostri confronti. L’unico vero rammarico è stato prendere il raddoppio troppo presto, perché sull’1 a 0 avremmo potuto giocarcela fino alla fine. L’arbitro nel complesso è stato bravo, al di là del rigore che è un errore grave.
Petre ha fatto una partita di sacrificio, ha fatto il match che doveva fare, sono soddisfattissimo. Tine Mori? è un giocatore da serie D per me, fin quando è stato in campo si è visto. E pure quando è uscito. Mi dispiace solo per il risultato, ma noi ci siamo iscritti non per puntare a vincere, ma per investire coi ragazzi. Confrontarci con questo livello ci fa crescere.
“Un buon pronti via - ha commentato mister Sciarra che, in continuità col passato, si è presentato in sala stampa in luogo di Cappellacci - Poi c’è stato l’infortunio di Moscianese che ci ha messo un po’ in difficoltà, ma siamo soddisfatti. Davanti avevamo una squadra giovane, che vive di entusiasmi.
Non ci sono piaciuti gli ultimi dieci minuti, quando siamo arretrati troppo, ma nel complesso siamo contenti, anche perché per il calendario che abbiamo era fondamentale vincere la prima.
Cipriani? È entrato bene, è cresciuto tanto fisicamente, quando è arrivato sembrava un ragazzino, ora fisicamente è un altro giocatore.
Pellecchia? Per caratteristiche è l’unico che salta l’uomo, mentre Maisto avevamo pensato di sfruttarlo magari a partita in corso con spazi più aperti.
Abbiamo a disposizione una rosa che ci consente di fronteggiare le difficoltà che dovessero registrarsi.
Poi il punto societario, con la conferenza di Di Cristofaro, Tuosto e Barberio. “La società ha sempre detto di voler allargare la base societaria - ha premesso Di Cristofaro - Oggi diamo la parola a Gianni Tuosto, che è stato già annunciato tramite comunicato.
Per il futuro se ci sono persone che la pensano come noi accettando di stare dalla parte dei tifosi prendendo le decisioni tutte insieme, allora porte aperte. Prospettive? La voglia di riportare L’Aquila dove merita è tanta. Per la D saremmo pronti, per la C ancora no. Non ci vergognano a dirlo, speriamo che qualcun’altro si innamori come noi.
“Onorato di essere qui, davanti allo stemma dell’Aquila calcio - ha esordito il neo dg Tuosto - Mi ha affascinato questo progetto. Nel corso di questi mesi ho parlato coi tifosi, mi hanno illustrato da dove si viene e dove si vuole andare. Venendo dalla curva, dal popolo, sono rimasto affascinato di come questa realtà sia legata ai propri simboli e di come sia aggregante. E per me che sono molto old school, sono molto per il calcio della gente, questa cosa è fantastica.
Ho un’impresa edile, stavo lavorando qui all’Aquila prima di conoscere questa società. Vi posso garantire che, a prescindere da ogni singola figura che si possa avvicinare all’Aquila, le sorti di questo club sono così a cuore dei tifosi che lo gestiscono che non potrà finire in mani sbagliate. Questa città credo abbia diritto di sognare e di riprendersi ciò che le compete. Io entro sia in società che nella componente dirigenziale, ma la società è quasi cooperativistica, nel senso che ho visto che le decisioni sono molto condivise”.
Alessandro Fallocco