Una conferenza stampa che doveva fare chiarezza una volta per tutte, spazzare via i dubbi, le perplessità e gli spettri di una stagione calcistica iniziata sotto cattivi presagi. La sensazione è che nulla di tutto questo è avvenuto. Oggi nella sala stampa del Guido Biondi, si è avuta come la sensazione che la tifoseria, e i pochi giornalisti presenti, non hanno dato molto credito alle parole di una dirigenza, che ha cercato di spiegare e raccontare tutto ciò che è avvenuto nel corso di questi mesi.
Tutta la società è presente al gran completo a cominciare dalla presidentessa Cristina Chiaretti (annunciata due minuti prima come sicura assente, da un addetto stampa poco informato) passando per il direttore generale Fabio Sguerzo, fino al vice presidente Claudio Alluni che fa la "spola" tra la sala stampa e la segreteria dove "staziona" in religioso silenzio Giampaolo Gorelli.
Si comincia e prende la parola Claudio Alluni, le doverose e sincere scuse agli organi di informazione per un comunicato diramato pochi giorni fa, dove si minacciavano querele a chi non faceva un corretto lavoro giornalistico e poi si passa all'attacco. Prima la denuncia delle minacce arrivate per telefono sia a lui, che alla presidentessa Chiaretti, toni pesanti dove si prendono di mira anche i familiari dei dirigenti grossetani, tutto documentato con tanto di esposto presentato alle autorità competenti. Poi un ultimatum piuttosto chiaro e sibillino "Noi se volete possiamo anche andare via" e a prendere la parola è il direttore generale Fabio Sguerzo.
Il dirigente frentano parla di pagamenti finalmente effettuati, e ha in mano le ricevute bancarie con i bonifici erogati (speriamo nei confronti dei tesserati), poi il discorso passa sui giocatori andati via. Cappelli, Iliano e Di Pinto ormai ex rossoneri vengono tirati in ballo, e si fa chiaro riferimento anche ad altri calciatori, che hanno salutato la città lancianese chi per scelta tecnica, oppure per motivi personali. Si parla del mercato e della possibilità che il Lanciano possa tesserare ben quattro giocatori: un attaccante francese, un centrocampista e due difensori centrali.
Sguerzo decide di virare sui programmi futuri e parla di costruzione e valorizzazione del settore giovanile, si fa riferimento alla ristrutturazione di una società che ancora oggi palesa evidenti limiti organizzativi, ed infine annuncia che in caso di addio al Lanciano, loro sono già pronti per rilevare una società di serie D, senza fare il nome della stessa. In sala cala un imbarazzante silenzio. Il direttore generale rossonero (forse per mettere una pezza alla dichiarazione precedente) promette di voler riportare la squadra tra i professionisti, ma i tifosi presenti si lasciano andare a qualche commento poco fiducioso sulle ambizioni appena citate. Da rimarcare anche un attacco nei confronti di alcuni personaggi del tessuto cittadino (Uno su tutti il noto procuratore calcistico Donato Di Campli, accusato dalla società di fare polemiche e diffamazioni per mero interesse elettorale)
In sala partono le domande di giornalisti e tifosi e gli argomenti sono i seguenti: l'allontanamento del direttore sportivo Salfa, l'esonero di mister Oddi (arrivato a due mesi dalla sospensione per pandemia), la scelta di Peppino Di Pasquale come nuovo tecnico e la querelle tra la società e l'ex magazziniere Alfonso Abate presente alla conferenza stampa e che chiamato in causa, ha avuto un vivace scambio di opinioni e accuse con la presidentessa Chiaretti, per alcune spettanze non ancora ricevute.
Subito dopo la conferenza stampa finisce, e Alluni fuori dal Guido Biondi, viene chiamato a rapporto da un gruppo di tifosi che fa platealmente capire che il malcontento nei loro riguardi è forte, il dirigente toscano cerca per l'ennesima volta di spiegare e chiarire i fatti ma dall'altra parte non si percepisce voglia di credere. Si arriva anche ad un battibecco con un componente dello staff societario, ma per fortuna tutto viene risolto in tempi brevissimi. Nel frattempo i tifosi radunatisi all'esterno dello stadio frentano, esprimono ai nostri taccuini diffidenza e sfiducia nei confronti di una società che forse ci sta mettendo buona volontà, ma i fatti non sembrano dargli ragione.
Aspettiamo se la stagione sportiva riprenderà (assai difficile), e vedremo ciò che accadrà nella città del Mastrogiurato. La piazza calcisticamente parlando è giù di morale e depressa, i fasti della serie B sembrano un ricordo lontano e se ci ripensiamo la Virtus quattro anni fa era nella cadetteria del calcio italiano. Attendiamo gli sviluppi, ma pensiamo con un certo convincimento, che torneremo a parlare delle fantamirabolanti avventure del Lanciano calcio 1920.
Marco Tancredi