Nella lunga chiacchierata con Antonio Papponetti (in foto sulla sx) -clicca qui per leggere gli approfondimenti sulla proposta di creare un fondo “SalvaSocietà” e “I Campionati non rinizieranno ed i conti non tornano”- abbiamo messo sotto la lente d’ingrandimento la questione della sede della Lega Nazionale Dilettanti Abruzzo (in foto sulla dx) sorta nell’area del campo “Federale” a L’Aquila ma non solo.
“Rivendico con forza l’idea di costruire una sede al Comitato regionale Abruzzo della LND. Nel 1995 mi impegnai, in qualità di Presidente, assieme ad un ingegnere aquilano in una intensa attività, fatta di incontri e colloqui con il Sindaco, esponenti della giunta comunale, funzionari del Comunale e della Provincia dell’epoca affinché una parte dell’area del Campo Federale cambiasse destinazione d’uso da verde attrezzato a “direzionale” per costruire la nostra Sede.” – così Antonio Papponetti, 77 anni, aquilano, uno dei principali esponenti del pallone abruzzese negli anni Ottanta e Novanta, prima di scalare a livello nazionale la Federazione italiana gioco calcio (Figc), di cui è stato presidente del Settore giovanile e scolastico nazionale dal 2002 al 2005 e subito dopo, per altri quattro anni, vice presidente del Settore tecnico, ricorda gli anni della piena attività per dare una sede dignitosa al calcio abruzzese, e continua – “Acquisimmo i pareri degli enti preposti e stilammo uno studio di fattibilità da presentare alla Federcalcio Srl. Nel 2003 l’amministratore delegato di quest’ultima società, Lorenzo Righetti, diede il via libera e nel 2005 il Comune dell’Aquila rilasciò la concessione edilizia, rinnovata poi nel 2008, per procedere con la gara di appalto per la costruzione della sede. Ma tutto si interruppe a causa del terremoto”.
Dopo il terremoto cosa successe?
"Solo nel 2012 si iniziò a riparlare della sede ed a causa del cambio della amministrazione comunale, adducendo sopravvenute nuove esigenze di spazi venne rinnovato il progetto, cambiato il progettista e fu richiesta una nuova concessione edilizia ottenuta nel 2013.
Il progetto del 2005 prevedeva locali per 1800 mq, per un costo iniziale di 2.200.000 di euro con eventuale ribasso per l’affidamento. Tutti i locali sarebbero stati di proprietà del Comitato e quindi patrimonio delle società, mentre il progetto realizzato, oggi, ha previsto locali per 1400 mq circa con un importo dei lavori 1.957.938,40 di euro, con ulteriori costi per varianti in corso d’opera.
L’area è stata cosi divisa: 1200 mq circa al Comitato e 200 mq occupati dal Presidente Regionale degli arbitri e dal SGS e di proprietà della Federcalcio Srl."
Oltre all’extra costo, cosa altro non la convince?
"Con me al comando gli accordi con la Federcalcio srl erano più che mai vantaggiosi per le società abruzzesi e per la LND Abruzzo:
la vendita del terreno de parte delle Federazione al Comitato, ad un costo agevolato, con il lotto che nel frattempo aveva mutato destinazione d’uso da verde pubblico a edificabile, nonché la possibilità da parte della LND Abruzzo di essere il committente;
la Federcalcio srl avrebbe versato una cospicua somma al Comitato Abruzzo per il valore della sede di via Camponeschi a L’Aquila, di proprietà della Lega e acquisita a suo tempo dalla costituenda Federcalcio srl. Pensi che oggi la sede ricostruita dopo il terremoto è ancora di proprietà della Federcalcio srl;
accensione di un mutuo per la durata di 10 anni per reperire la somma da aggiungere al Fondo investimento immobiliare per il costo di acquisto;
inoltre la FIGC avrebbe pagato al Comitato Abruzzo, per i locali concessi alla Associazione Italiana Arbitri Abruzzo e dal Settore Giovanile e Scolastico, entrambi organi della federazione, un adeguato affitto. Questi introiti sarebbero andati a coprire parte delle rate del mutuo."
Nel resto d’Italia come si è agito per la costruzione della sede del Comitato?
"In tutta Italia ogni Comitato è stato committente ed ha costruito la propria sede di proprietà. Ha fatto eccezione l’Abruzzo con l’attuale governance preferendo di acquistare come suole dirsi “chiavi in mano” e ad un prezzo, oggi, fuori mercato
Ma non finisce qui. Dal 2010 al 2019 il Comitato ha affittato, dalla COVIT srl, due appartamenti per gli uffici dell’Aquila, sborsando circa 40.000 euro l’anno. Spendendo circa € 400.000 per dieci anni di affitto. Ciò che sconcerta è come mai dei così «bravi amministratori», cosi si definiscono, avendo 1.000.000 di euro nel cassetto non hanno mai pensato di acquistare i locali e risparmiare i soldi dell’affitto, e poi contabilizzare il valore degli appartamenti come corrispettivo per l’acquisto della sede del “Federale”.
Invece hanno pensato bene di stare alla finestra, mentre altri hanno deciso il da farsi con i soldi ed i sacrifici delle società abruzzesi. Ora vogliono farci credere che sono esterni ad ogni decisione, che non hanno competenza!"
Se avevano competenza, come potevano incidere?
"Iniziamo dal 2013 e andiamo a snocciolare qualche dettaglio. Il presidente Abete nel 2013, dopo una gara ad inviti espletata dalla Federcalcio srl, ha affidato l’incarico di costruire la sede alla ditta aquilana COVIT s.r.l., formata dalle imprese Vittorini dell’Aquila e dalla Di Cosmo di Chieti). Guarda caso è la stessa azienda che ha incassato i € 400.000 di affitto.
Non mi si venga a raccontare che tutto è stato fatto dalla Federcalcio s.r.l. e deciso dal Presidente federale come se la governace del Comitato non esistesse e fosse all’oscuro di tutto. E’ difficile sostenere da parte dei dirigenti del Comitato che non hanno mai partecipato o condiviso la progettazione e i dettagli della costruzione della sede.
Ma non finisce qui. Ancora oggi i dirigenti LND abruzzesi stanno a guardare e non agiscono nell’interesse delle società abruzzesi. Pensi che la LND Immobili srl sta trattando le sedi dalla Federcalcio srl per poi farle pagare al Comitato. Con questa procedura la LND immobili srl si prefigge di acquisire tutte le sedi dei Comitati d’Italia per costituire un patrimonio immobiliare dove i Comitati sono dei semplici azionisti che dovrebbero pagare gli affitti alla LND immobili srl e poi forse, se va bene la gestione, dividere gli utili.
Nell’ambiente molti presidenti degli altri Comitati non sono d’accordo a far gestire le loro sedi alla LND immobili e dalla LND servizi, fondate dall’allora presidente Tavecchio, già balzate agli onori della cronaca per un sistema che ricorda le scatole cinesi (clicca qui per approfondimenti su Il Fatto Quotidiano e Cinquantamila)
Quindi anche questa volta il Comitato Abruzzo tace, si accoda da vero vassallo al volere e agli interessi delle altre componenti federali, trascura gli interessi delle società gestite e che li hanno eletti."
La sua contestazione è diretta ai vertici del Comitato e sulle loro capacità gestionali. Ne avete mai parlato tra di voi?
"Non scherziamo. Apprendo anche che portare idee per fare una corretta analisi delle problematiche, “confondono” i dirigenti – testuali parole-, per fortuna che sono stato definito come un arrogante e assolutista dagli stessi suoi sodali.
Ma a qualcuno è stato mai spiegato che la responsabilità è una condizione che ci accompagna nella vita di tutti i giorni, e non si è responsabili solo perché si ricopre un incarico. Il Paese è pieno di esempi di persone che rivestono incarichi di responsabilità ed invece sono dei perfetti irresponsabili."
Come mai ha sentito adesso il bisogno di fare questa operazione “verità”?
"In un modo del calcio abruzzese cosi chiuso, ermetico, silente, volutamente impotente, è importante fare informazione. Apriamo questo vaso. Poi saranno i dirigenti delle società, che correttamente informati, faranno le loro valutazioni. Per me il consenso si costruisce condividendo linee di indirizzo comuni partendo dal basso, non può considerarsi attribuito solo perché si è eletti come candidati unici: facendo raccogliere le firme di sostegno alla propria candidatura unitamente ad altre per poi essere candidato unico per evitare il confronto con altri.
Concludo con l’augurio che i dirigenti possano un giorno sottrarsi alla sudditanza psicologica esercitata nei loro confronti.
Comincino a farsi domande, e trovino quella compattezza ed unità necessaria per richiedere le risorse, che ci sono, per proseguire l’attività con le loro squadre in questo periodo di grave crisi senza precedenti che ha colpito l’economia del nostro Paese.
Mi auguro che a pagare non siano sempre gli stessi, i dirigenti di società, come spesso accade."