Un allenatore deve avere come obiettivo fondamentale quello di ottimizzare l’organizzazione di gioco della sua squadra. Ciò significa che i singoli giocatori devono essere messi nelle condizioni di saper scegliere la condotta tattica comportamentale più idonea alla varie situazioni che potranno presentarsi loro sul terreno di gioco. Il tecnico è chiamato quindi a fornire alla squadra tutti gli “strumenti” opportuni affinché essa riesca ad affrontare tutte le variabili che si presenteranno durante le fasi di gioco. Ed è proprio da questa riflessione che la scelta di un modulo è da attribuire alle caratteristiche tecnico-tattiche-psicofisiche dei calciatori e non alle mode o alla voglia di “popolarità” del Mister.
Oramai si leggono infinite tipologie di modulo, (4-4-2, 4-3-3, 4-2-3-1, 3-4-3, 3-5-2, 4-4-1 ecc), ma effettivamente si parla poco di quello che succede davvero nelle varie fasi di gioco. Si vedono difensori con notevoli doti tecniche e fisiche che fanno la fase offensiva, attaccanti che “vuotano” la linea difensiva per gli inserimenti dei centrocampisti, centrocampisti che in maniera sistematica vanno a coprire il ruolo di centrali difensivi solo quando si verificano alcune situazioni. Quindi si deduce che non bisogna lavorare solo e soltanto sul modulo così come è scritto, ma si deve lavorare soprattutto sull’ organizzazione e sulle sinergie tra i vari reparti e sulle sinergie da applicare nei confronti del modulo della squadra avversaria. Solo da queste considerazioni, dalla conoscenza approfondita dei giocatori e dalla buona riuscita dell’organizzazione del gioco, che un tecnico deve decidere i moduli da usare durante la stagione; inoltre sarà importantissimo far capire alla squadra che nessuna scelta tattica del nostro rivale, può stravolgere la nostra mentalità ed il nostro assetto tattico.
Anche nei dilettanti con un po’ di pazienza e passione si possono curare dettagli tattici che vadano a migliorare l’organizzazione di gioco e le sinergie tecnico comportamentali della squadra durante tutte le fasi di gioco.
Massimo Morelli