"Ho avuto modo di leggere qualcosa e fa piacere l'affetto dei tifosi, ma devo dire che con Ranucci non è successo assolutamente niente. Probabilmente ci sono visioni diverse su tematiche che riguardano il nostro lavoro, tutto qua". Non poteva che iniziare dall'ultima, chiacchierata frizione tra l'ad Ranucci e mister Morgia l'intervista che il tecnico rossoblù ha concesso ad atuttocalcio oggi pomeriggio, a margine dell'amichevole con il Roio, squadra di Terza Categoria piena di tifosi rossoblù.
Getta acqua sul fuoco Morgia, che del calcio non è propriamente l'ultimo arrivato.
"Mi permetta di precisare pure che quando ho parlato di facce scure era riferito ai miei stessi giocatori - continua il tecnico - Loro sanno su cosa stiamo lavorando e io voglio gente entusiasta di venire a lavorare e dare il massimo. Fatto questo, non ci si può rabbuiare per un pareggio. Per il resto è giusto che uno venga allo stadio e faccia ciò che vuole. La gente può avere le facce scure quanto gli pare, paga il biglietto".
E allora Morgia diventa un fiume in piena. Non parla in senso negativo di ciò che non va, ma inizia a declinare il suo mantra. Ribadisce semplicemente ciò che è venuto a fare.
"L'unico motivo che mi ha spinto a venire a L'Aquila è che c'era da ricostruire. A Siena e Pistoia abbiamo pure vinto, ma io ero andato ugualmente per ricostruire. Sapete perché sono andato via dopo la promozione? Perché non c'erano più le condizioni per portare avanti quel progetto. Poi ho rifiutato tante proposte, perché nessuno mi garantiva ciò che cercavo: strutture, un progetto di ricostruzione e un approccio culturale diverso.
Sapete perché il giovedì giochiamo con queste squadre di categorie minori? Per ricucire L'Aquila al territorio. Ma la stessa cosa andremo a fare nelle scuole, perché a me piacerebbe vedere 200 ragazzi con le proprie famiglie su questi seggiolini. Il pubblico si richiama senz'altro con i risultati, ma anche andando a spiegare ai più giovani cosa vogliamo fare.
Io sto tutta la giornata qua col mio staff - continua Morgia sul suo metodo di lavoro - La juniores si allena con noi, gli allievi sono già venuti due volte. A volte ci alleniamo otto volte a settimana, chiedo sacrifici a tutti. Ma se un pareggio mette in crisi le cose, non va bene. È troppo limitativo, è l'antitesi della mia idea.
Il rapporto con la società? La proprietà sta cercando di mettermi a mio agio per portare avanti questo tipo di discorso. L'Aquila mi interessò subito perché c'era Battisti, poi quando venni parlai con Chiodi, Rossi, Ianni e Cipriani. Ora sulle cose tecniche mi rapporto con Battisti e Ianni, mentre come referenti in società ho Chiodi e Mancini. Questa sera (cena a casa del presidente Chiodi, ndr) spiegherò loro per l'ennesima volta quello che sto raccontando in questa intervista".
Poi il passaggio sullo stadio Gran Sasso, da sempre argomento molto caro al tecnico.
"Questa struttura, che è bellissima, fin quando non la prenderà in mano la società avrà problemi enormi. In questo ci deve dare una mano il comune. La doccia spesso diventa fredda, gli scarichi si intasano, alcuni spogliatoi ci sono stati chiusi. Dovevamo attrezzare una palestra, ma al momento non si è potuto fare perché la società non può allestire una struttura che ancora non gestisce. Questa cosa inizia a darmi apprensione. Noi lavoriamo per non lasciare nemmeno mezzo alibi ai giocatori, ma così diventa difficile. Il comune deve capire che deve farci forza. Ne va della socialità del territorio, ci aspettiamo una mano. In questo stadio implicitamente risiede una cultura. Bisogna valorizzarla.
Le pressioni dell'ambiente? Guardate che io ho credibilità solo se vinco. E voglio vincere. Ma non è facile. Per farlo ci vuole maturità, mentalità. E badate bene che non voglio prender tempo per vincere perché in D, fortunatamente, i numeri parlano per me. Ma bisogna trasmettere queste qualità ai giocatori, bisogna migliorarli e farli diventare vincenti. Da solo però non ce la faccio. Devo essere supportato, da tutti. Se non si crede al progetto, invece, io torno a casa. Altre misure non ne ho".