Che L’Aquila calcistica sia sempre stata una piazza particolare, lo si sapeva. In serie D, dopo lo shock del calcioscommesse e una retrocessione cocente, figurarsi. La settimana rossoblù era iniziata alle 17 di domenica. Il pareggio in superiorità numerica con l’Ostiamare ha innescato più di una polemica. Chi, deluso dal risultato, ha allontanato i giocatori che erano andati a salutare sotto la curva, chi si è scagliato contro un gioco ritenuto sterile, chi non ha mandato giù la puntualizzazione di Morgia su troppe facce scure e una frenesia che non fa bene. Insomma, il solito piccolo grande dramma di una piazza che vuole tornare in Lega Pro e che non riesce a contenersi dopo un pareggio alla quarta giornata.
Come se non bastasse, quasi come un fulmine a ciel sereno, è di ieri una autentica levata di scudi sui gruppi social dedicati all’universo rossoblù, al grido di “Morgia non si tocca”. Un autentico tam tam alimentato da voci che vorrebbero l’ad rossoblù Ranucci in rotta di collisione col tecnico. Una ostilità, sembrerebbe, più caratteriale che per altri motivi. E che forse non meritava tutta questa attenzione e una eco che non ha tardato a creare l’ennesima boutade. Insomma, tra piazza e ambiente interno una sorta di isteria collettiva che tutto fa, tranne che bene.
Morgia, intanto, sembrerebbe abbia chiesto un incontro chiarificatore con la proprietà che resta, insieme al ds Battisti, la sua unica referente. D’altronde, già quando sabato alla rifinitura pre Ostiamare Morgia si era intrattenuto a ribadire le sfaccettature di un progetto tecnico ampio, slegato dalle logiche del “va bene la prima squadra, va bene tutto”, un perché ci sarà stato. “Sono gli ambienti a determinare i risultati, non i risultati a creare l’ambiente” aveva detto Morgia.
La sensazione che emerge, ad ogni modo, presuppone una duplice analisi. La piazza ha tanto da maturare: basta con la storiella che a caldo tutto è permesso sull’onda della delusione. Ci vuole calma ed equilibrio, soprattutto ad inizio stagione. Chi ha buona memoria ricorderà che una situazione di tensione simile fu prodromica all’esonero di Pagliari esattamente due anni fa. Un tecnico come Morgia si sceglie con tutto il pacchetto. Ha portato un preciso progetto tecnico e risponderà per questo. Dunque, se non si vuole ributtare tutto in caciara, la società faccia il suo lavoro. Tappi gli spifferi e riporti alla giusta dimensione il caso. E si metta al lavoro fin da subito per limare i limiti evidenti visti in campo.