Il TNAS ha accolto il ricorso del portiere del Novara Alberto Fontana contro a squalifica di 3 anni e 6 mesi che in primo e secondo grado lo aveva condannato per la presunta combine del match di Coppa Italia Chievo-Novara 3-0 del 3/11/2010.
Perno dell’accusa le dichiarazioni del pentito Gervasoni, che avrebbe fatto da tramite con gli zingari per truccare il match, coinvolgendo in qualità di referente per il Novara Bertani, che a sua volta avrebbe tirato dentro Ventola e “genericamente qualcun altro”. L‘accordo era per un over. Inizialmente non viene fatto agli inquirenti il nome di Fontana, se non de relato quando Gervasoni racconta esattamente un anno fa e non nel corso del primo interrogatorio nel quale fornisce gli estremi della combine, di aver saputo da Gegic che i previsti 150.000 euro pattuiti sarebbero stati consegnati a Ventola e Shala che se li sarebbero spartiti con altri giocatori tra i quali Fontana.
Fontana si è sempre proclamato innocente. Nessuna altra prova a suo carico è mai stata portata. L’assoluzione è derivata dallo sviluppo degli eventi, che hanno visto progressivamente Rijat Shala assolto e Cristian Bertani prosciolto per Chievo Novara. Ricordiamo che per Bertani Palazzi aveva chiesto la radiazione, poiché non era stato solo condannato a sei mesi per questa partita, ma squalificato per le combine di Ascoli e Siena. Davide Gatti, legale di Fontana, ha dichiarato: "È stato scagionato chi avrebbe ritirato i soldi (Shala ndr) e il referente dell’accordo (Bertani ndr), allora la combine chi l’ha fatta? La spiegazione che la commissione disciplinare ha dato di Bertani è la stessa che sosteniamo da maggio. Non si tratta di stabilire se il pentito Carlo Gervasoni sia credibile o meno: i soldi non ci sono, se le parole non trovano alcun riscontro anche Fontana va assolto".
Il 5 novembre il TNAS ha annullato anche la squalifica di sei mesi che era stata inflitta dalla Commissione Disciplinare e confermata in appello a Mavilo Gheller, per la presunta combine del match Novara-Siena di giorno 1/5/2011. Su Gheller gravavano le accuse del pentito Filippo detto “Pippo” Carobbio, il quale aveva sostenuto che il difensore gi avrebbe dato “una sorta di conferma” pochi minuti prima che la gara avesse inizio. La richiesta della procura era di 3 anni e 6 mesi. Dopo la sentenza positiva del TNAS, che permetterà a Gheller di tornare sul mercato già nella sessione invernale di calciomercato di Gennaio, Gheller ha reso delle dichiarazioni a Radio Sportiva, domandandosi anche lui quale potesse essere la motivazione per la quale anche nel suo caso il pentito Carobbio non avesse fatto subito il suo nome davanti ai magistrati, ma solo in un secondo tempo con Palazzi. Gheller ha aggiunto: “E´ caduta l´accusa a Conte , ma è ridicola anche la squalifica di Drascek, e di Bertani… Ci deve essere qualcosa di riscontrato, non si può far smettere giocatori senza prove”.
Mettendo a confronto le due vicende si possono ricavare due importanti riflessioni comuni. La prima riguarda il particolare che sia Gervasoni che Carobbio non accusano subito Fontana e Gheller, ma in un secondo tempo . Nel caso di Gheller, Carobbio si comporta esattamente come fa con Conte, accusandolo solo dinanzi alla giustizia sportiva , rappresentata da quel Palazzi che con un lapsus arriva a chiamarlo affettuosamente “Pippo” e non di fronte a quella ordinaria. La seconda è riferita alla necessità che siano effettuati riscontri alle accuse dei pentiti e prove a carico dei soggetti accusati .
Richiesta non solo legittima, ma addirittura indispensabile se messa a confronto con la scarsa credibilità di un teste come Carobbio, le affermazioni del quale non solo non reggono di fronte ai riscontri, ma addirittura si indeboliscono quando gli tocca ribadirle dinanzi a qualcuno che non sia il superprocuratore federale.
Il 12 novembre è accaduto infatti che per il caso del calciatore del Padova Vincenzo Italiano Carobbio sia stato interrogato dai giudici del Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport (Tnas) per la presunta combine di Padova-Grosseto del 23/03/2010 e che “Pippo” avesse delle amnesie.
A Radio Sportiva Gheller ha anche dichiarato: “Bisogna cambiare qualcosa, non c´è possibilità finchè non si arriva al Tnas di difendersi…”.
Ad Antonio Conte è stata negata anche questa possibilità. Per l’allenatore della Juventus il TNAS si è espresso così nelle motivazioni della sentenza: “Sotto il profilo probatorio per affermare la responsabilità di un incolpato di una violazione disciplinare sportiva non occorre la certezza assoluta della commissione dell’illecito né il superamento di ogni ragionevole dubbio, come nel diritto penale, risultando invece sufficiente un grado inferiore di certezza, ottenuta sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti, in modo tale da acquisire una ragionevole certezza sulla commissione dell’illecito…”.
A quale grado inferiore di credibilità intendano le istituzioni sportive trascinare il calcio è sotto gli occhi di tutti. Ma sembra importare solo ai tifosi della Juve. Forse nemmeno a tutti.