Approfittando della sosta forzata del campionato di Eccellenza, in casa Capistrello è tempo di bilanci. La truppa palentina, dopo 19 giornate, può contare su 29 punti all’attivo, percorso in linea con i programmi di inizio campionato. Per saperne di più abbiamo avvicinato il trainer, Gianluca Giordani, che ha fatto un primo rendiconto sulla stagione granata e detto la sua circa lo stop e la possibile data di ripartenza. Scopriamo cosa ha risposto alle nostre domande.
-Giordani, al giro di boa della stagione, come giudica il cammino del suo Capistrello?
“Più che positivo. 29 punti sono un buon bottino, nonostante qualche difficoltà riscontrata ad inizio campionato nell’allestimento della squadra. A ciò vanno aggiunti gli stop forzati (di due mesi) di Gauna e Imbriola (tra gli acquisti più importanti del mercato), fermati rispettivamente da un infortunio e da una lunga squalifica. Sarà difficile confermarsi nel girone di ritorno, anche in virtù del virus che, inevitabilmente, inciderà sulla stagione”.
-Anche il calcio dilettantistico ha fatto di nuovo i conti con la pandemia. Giusto fermarsi a suo avviso?
“Assolutamente, soprattutto in considerazione dei numerosi casi di positività. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di una pandemia mondiale e la tutela della salute viene prima di ogni altra cosa”.
-L’Eccellenza potrebbe tornare in campo il 30 gennaio. È d’accordo?
“Sinceramente? Non molto. Sarei per una sospensione più lunga. Torno a ripetere che il bene primario é la salute e con i contagi in continua crescita non capisco come si possa riprendere; credo si sia perso il lume della ragione. Non dimentichiamoci che siamo dilettanti, checché ne dica qualcuno, e in questo momento la sicurezza è difficile da garantire. Neanche i vaccini riescono ad arginare il problema, figuriamoci il resto. A riguardo cito un esempio: il Capistrello ad oggi conta cinque positivi, di cui tre con due dosi vaccinali e altri due con tre”.
-Qual’è a suo avviso la ricetta per superare il delicato momento?
“Se avessi la soluzione al problema sarei l’uomo più felice del mondo. Bisognerà aspettare e capire l’evoluzione del virus. Poi, qualora vi saranno le condizioni di sicurezza, sarà giusto tornare in campo e terminare la stagione”.
-Pensa che tutte le compagini abbiano gli stessi mezzi per fronteggiare la pandemia?
“Bella domanda. Bisogna essere sinceri e ammettere che ci sono delle differenze importanti, mi riferisco soprattutto alle rose, che possono minare la regolarità del campionato. Gestire delle defezioni quando si hanno a disposizione 25-30 giocatori è diverso dal farlo con 20. Il Capistrello è dal 27 di dicembre che si allena con 8-10 effettivi. Abbiamo avuto sei contagiati dal virus e due in quarantena, ai quali vanno aggiunti altri due assenti per infortunio. Nel gruppo squadra, inoltre, ci sono sei ragazzi che, aldilà del calcio, lavorano e che hanno mostrato perplessità nel proseguire per paura di ripercussioni sullo stesso. Se questi dovessero decidere di terminare anzitempo la loro stagione, che ne sarebbe del nostro futuro? Voglio anche ricordare che in caso di rinvio di altre gare, saremmo poi costretti a recuperarle in mezzo la settimana e con calciatori che lavorano sarebbe praticamente impossibile. Ciò, diciamolo francamente, falserebbe il campionato. Mi rendo conto che sarà, per chi decide, difficile trovare una soluzione che accontenti tutti. Prolungare la sosta, ribadisco, in attesa del calo dei contagi è la strada migliore da percorrere”.