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E’ record: Danilo Aureli segna 400 gol. Una storia d’amore che non finisce

Danilo Aureli, di certo non ha bisogno di presentazioni, ma dopo l’ultima partita appena disputata con la maglia del Nova2017 merita senz’altro, l’ennesimo elogio alla sua meravigliosa carriera, per aver raggiunto quota 400 gol.

Aureli, bomber per eccellenza, classe 1970, da quest’anno milita nel Nova 2017, squadra di Gioia dei Marsi, paesino di cui il numero 9 è originario. Danilo nella sua lunga vita da calciatore ha calcato i campi di tutte le categorie, dalla Serie D fino alla terza, segnando sempre tantissimi gol; tra le squadre più importanti in cui ha militato vanno ricordate soprattutto l’Avezzano, il Celano, L’Aquila ed il Pescara, società che hanno fatto la storia calcistica abruzzese.

Con la doppietta rifilata al Goriano, Aureli e la rete si sono detti per la 400esima volta “ti amo”, rinnovando quel matrimonio che resiste, nonostante il tempo e l’amore che il bomberone marsicano nutre per il calcio  scorra inevitabilmente e va avanti da oltre vent’anni.

Nonostante i quasi quarantasei anni, il bomber marsicano, quando ci parla dei suoi gol e del calcio ancora si emoziona come un bambino, ricordando quando da piccolo passava interi pomeriggi a correre dietro ad un pallone, sempre con l’obbiettivo di divertirsi e segnare più degli altri.

Ecco le sue parole, rilasciate ad Atuttocalcio.tv, dopo il bellissimo traguardo appena raggiunto.

Con la doppietta rifilata al Goriano, nell’ultimo incontro disputato, hai raggiunto i 400 gol in carriera. Quali emozioni hai provato?

“Sai, 400 sono tanti gol ed ognuno ha il suo valore, ma gli ultimi due li ho realizzati con la maglia del mio paese, quindi è stata una gioia immensa poter condividere questo traguardo con i miei amici di sempre ed i miei familiari. E sarebbero potuti essere anche di più, – sottolinea ridendo l’attaccante di Gioia dei Marsi- se non avessi patito, ad inizio carriera, due gravi infortuni, nella stagione ’94/95, con la Primavera del Pescara, e nel ’96/97 nelle file dell’Ortona, che mi costrinsero a saltare due stagioni. E se a questa età ancora mi diverto a giocare, lo devo esclusivamente al professor Cerulli. Che nonostante il parere contrario della maggior parte dei medici consultati, mi convinse ad operarmi ai legamenti, completamente saltati, in occasione del secondo, gravissimo infortunio, riuscendo a rimettermi in piedi”.

Ormai sei come il vino: invecchi e migliori. Cosa ti spinge, ancora oggi, dopo una lunghissima carriera, a trovare le motivazioni per continuare a giocare a calcio?

“Be’… l’età c’è ed anche i dolori fisici non mi danno tregua, ma l’amore e la passione che nutro per questo sport fanno la differenza. E poi giocare per il mio paese mi dà ancora più forza!”

Dopo anni trascorsi in categorie importanti, hai deciso di riabbracciare i colori del tuo paese: Gioia dei Marsi, scendendo in Terza Categoria. Cosa ti ha spinto a tornare a casa?

“È molto semplice, qui ho parenti ed amici che conosco da una vita con i quali ho un bellissimo rapporto e con i quali condivido molte cose anche fuori dal campo. Per me il Nova 2017 è come una famiglia e mi piace tantissimo giocare con i miei compagni di squadra. Comunque ogni categoria ha il suo fascino, e segnare in terza o in serie D mi regala sempre tantissime emozioni”.

 La tua figura all’interno dello spogliatoio è molto importante ed anche caratterialmente sei cambiato nel tempo ; parlano gli anni di carriera ed i gol realizzati. Quali consigli daresti ai giovani che iniziano a calcare i campi di provincia?

“Ora per i giovani è diverso, c’è tanta tecnologia, molti preferiscono passare più tempo in casa davanti ad un computer piuttosto che uscire a fare sport. Io ricordo che quando ero un bambino passavo intere giornate a giocare a calcio in piazzetta. Il consiglio che darei loro? Gli dico che lo sport è importante, qualsiasi disciplina sia e dà emozioni grandissime. Nel tempo ho imparato che il mio primo avversario è stato il mio caratteraccio. Il non saper tenere a freno la lingua mi è infatti costato parecchi turni di squalifica, e altrettante occasioni perse per rimpinguare il mio bottino personale, anche se devo dire che col passare degli anni mi sono calmato parecchio. Ai giovani calciatori dico che è importante mantenere sempre un comportamento retto e corretto, rispettare gli avversi ed il direttore di gara e mi auguro possano trovare la loro strada in questo bellissimo mondo, senza mai scordarsi la passione ed il sacrificio, che sono alla base di tutto. Come diceva lei in una domanda precedente: invecchiando si migliora.”  

Dei 400 gol qual è stato quello più bello?

“Ne ho fatti moltissimi, molto belli ed anche importanti sia con le maglie dell’Avezzano, del Celano, dell’Aquila e del Pescara. Il più bello, che ancora ricordo nitidamente, è stato il gol di rovesciata che feci da fuori area in Valle del Giovenco- Francavilla: venne giù lo stadio e ci qualificammo per fare il salto in Serie D. Che gol!!”

Edoardo Pandolfi