Il Pescasseroli dopo la bella vittoria di domenica è a quota 12 punti: solo ad un punto dal Sanpelinese, che comanda la classifica, e detiene il secondo posto in coabitazione con il Roccacasale.
Per capire meglio il magic moment del Pescasseroli abbiamo intervisto il giocatore più rappresentativo della squadra dell’omonimo paese, capitale del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il capitano Gerardo Coletti, classe 1996.
L’ex Castello 2000 e Barrea, con quest’ultima squadra ha vinto un Campionato di Seconda Categoria, con cui ha anche disputato tre stagioni in Prima, è un giocatore molto duttile dalla cintola in su, infatti può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo e dell’attacco. E’ dotato di una grande facilità di corsa, molto forte tecnicamente, ambidestro, con il vizio del gol. Quest’anno, infatti, ha già siglato otto gol, nelle cinque giornata di Campionato ed è in cima alla classifica marcatori.
Noi di ATUTTOCALCIO.TV, lo abbiamo intervistato per voi.
Dopo cinque giornate di Campionato siete secondi in classifica, ve lo aspettavate?
La squadra dopo queste prime cinque gare è soddisfatta dei risultati ottenuti, quattro vittorie ed una sconfitta. Risultati che premiano la nostra determinazione ed il nostro impegno, pur non giocando sul nostro campo.
Quali sono gli obbiettivi stagionali della squadra? E quelli di Coletti?
L’obbiettivo stagionale del Pescasseroli è quello di centrare i playoff, mentre quello di Coletti è fare il massimo per rendere possibile questo sogno.
Quest’anno hai trovato più continuità nel fare gol, infatti sei in cima alla classifica capocannoniere. Punti a rimanerci?
È vero, quest’anno ho trovato più spesso la via del gol, ma ciò è stato possibile soprattutto grazie ad i miei compagni. Adesso sono a quota otto goal e spero di poter rimanere su questa media per aiutare la squadra a raggiungere l’obbiettivo play-off.
Sei sceso in Terza Categoria, pur di giocare per il Pescasseroli, cosa ti ha spinto a sposare questo progetto?
Mi ha spinto la voglia di giocare e vincere per il mio Paese, che da anni non aveva più la sua squadra.