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Prima A, il problema degli impianti è sempre più grave

Problema che tocca soprattutto il territorio marsicano, a Tagliacozzo nasce l’ associazione salviamo il “Leo Attili”

La situazione impianti in Prima categoria (e non solo) è sempre più delicata, e prende il sopravvento sul calcio giocato. Tema che tocca molto sul profondo il territorio marsicano.

Ieri ad esempio, l’ Atletico Civitella Roveto ha comunicato di aver interrotto i rapporti con l’ amministrazione comunale per via degli elevati costi d’ affitto, e concluderà il campionato giocando le proprie gare casalinghe a Morino.

Problemi anche a Celano e il “Fabio Piccone”, uno degli stadi più prestigiosi del panorama calcistico della provincia. La struttura castellana è stata dichiarata chiusa dal primo cittadino Settimio Santilli, dopo numerosi danni causati dal maltempo alle tribune dell’ impianto.  Attualmente infatti il Celano sta giocando le proprie gare interne al Comunale di Canistro . Discorso per certi aspetti simile anche a Trasacco,  cn il Plus Ultra che nell’ ultimo periodo ha giocato praticamente fuori casa, sballottata tra Collelongo e Pescina, poiché la struttura sportiva trasaccana è stata ritenuta non dotata dei necessari requisiti di sicurezza.

Situazione problematica anche a Tagliacozzo. Per la seconda volta consecutiva, la compagine biancoverde ha dovuto giocare a porte chiuse, sotto disposizione del Comune. Il Leo Attili, nelle intenzioni dell’ amministrazione comunale, dovrà scomparire per lasciare posto ad una nuova scuola. Per questo è nato anche un comitato civico per salvare lo storico stadio e contrastare il progetto di abbattimento della strttura. Di seguito il comunicato dell’ associazione:

 

“Non siamo contrari alla costruzione di un campus scolastico, ma abbattere lo stadio Leo Attili non è necessario, non è utile, non è conveniente, anzi è dannoso.

Non è necessario, sia perché non c’era nessun obbligo di chiudere lo stadio e ci si poteva adoperare per ottenere il certificato di agibilità sia perché il nuovo polo scolastico può essere costruito in altre aree che non sono state neanche prese in considerazione; non è utile, perché rimanda di molti anni la soluzione al problema delle attuali scuole che non sono sicure, problema che invece va affrontato con urgenza; non è conveniente, sia perché costruire la nuova scuola su un terreno adiacente al fiume Imele fa aumentare di molto i costi di realizzazione sia perché al momento non si capisce bene come verranno rimediati i 7,8 milioni di euro necessari e perciò si rischia di avviare un’opera destinata a restare incompiuta per molto tempo; è dannoso, perché, oltre a privare la città di una struttura storica e un polo di sport e aggregazione collocato al centro del Paese, rende incerto il futuro dell’Istituto Tecnico per il Turismo che non rientrerebbe nel nuovo polo e che dunque rimarrebbe nell’attuale, insicura, struttura (almeno fino al giorno in cui altri comuni offriranno strutture più idonee).

Per questi e altri motivi, un gruppo di cittadini, autonomamente convocati, in questi giorni si sta costituendo come Comitato Civico “Salviamo il Leo Attili”.