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Eccellenza. Simone Mariani, un numero uno tra mare e pallone

Se pensate di trovarlo seduto in spiaggia a prendere il sole con l'obiettivo di ritemprare le forze dopo una avvincente stagione calcistica, vi sbagliate di grosso. Pineto, Lido "Alessandro - Maiemi", proprio a due passi dal centro storico della cittadina rivierasca, lo riconoscete dietro al bancone immerso in un viavai di gente, turisti e bagnanti alle prese con colazioni, ombrelloni e pietanze. Non potete sbagliare, è proprio lui, Simone Mariani classe '83 portiere del Pineto Calcio. Due cose notiamo a prima vista: il sorriso sincero, che traspare in continuazione nonostante la fatica e la temperatura non proprio mite e le parole gentili con le quali regala a tutti gli avventori la sensazione di sentirsi a casa propria. Una casa, questo lido, che è da sempre l'orgoglio di famiglia, costruita con il sudore ed i sacrifici di papà Leo e mamma Stefania con il prezioso aiuto di Simone ed Elena, tutti instancabili protagonisti delle estati dei molti vacanzieri pinetesi. Su una parete la foto di Alessandro, ritratto sorridente in spiaggia abbracciato ad un pallone. E' sempre vivo il suo ricordo, da quel maledetto giorno di 20 anni fa quando un incidente se lo portò via alla tenera età di 14 anni, di ritorno dalla vincente finale del Torneo di Nepezzano. 

Non è facile rubare 10 minuti al nostro Simone ma a fatica ci riusciamo, non prima però di aver guadagnato un angolo d'ombra.

Simone, raccontaci la tua carriera

Ho iniziato a tirare i primi calci qui a Pineto fino alla categoria Juniores, con la quale vinsi il Torneo "Di Fabio" di Nepezzano. La prima stagione da fuoriquota l'ho giocata ad Alba Adriatica agli ordini di Mr. Fanì. Poi il ritorno a Pineto in Promozione con i play off sfiorati di un soffio. L'anno dopo decisi di nuovo di trasferirmi all'Alba Adriatica dove ero il vice di un portiere bravissimo come Claudio Merletti. Non contento rimboccai di nuovo la strada di casa ma il nuovo mister albense Pasqualino Di Serafino la stagione seguente mi rivolle ancora ad Alba. Quell'anno ebbi un infortunio dal quale mi ristabilìì non senza sacrifici. La dea bendata però decise di sorridermi e a maggio 2007 ricevetti la chiamata del Chieti dell'allora trainer Rinaldo Cifaldi per giocare in eccellenza. Vincemmo il campionato e approdammo in serie D. Ottenni subito la riconferma ma per motivi di lavoro non mi aggregai alla squadra per la preparazione. Ad Ottobre Cifaldi fu esonerato e capìì che per me non ci sarebbe stato spazio.

In quell'anno cambia per te la cognizione del calcio

Esattamente, cominciai a vedere il calcio come uno sport piuttosto che come un lavoro. Infatti me ne andai a giocare a Fontanelle in Promozione. Fu un'annata maledetta perchè retrocedemmo. Nel 2009/2010 però Lino Ciarrocchi mi volle a tutti i costi a Pineto e non esitai un attimo ad accettare. Oggi dopo cinque anni sono ancora qui con la maglia biancazzurra.

Dopo questa variegata carriera che idea ti sei fatto del calcio?

Pur rimanendo uno sport bellissimo in molti lo vedono come un modo per fare soldi. Sia a livello di atleti che di dirigenti. Per me rimane sempre uno sport, che mi diverte e che pratico con piacere. I più piccoli poi rappresentano la vera soddisfazione, a loro mi dedicherò una volta appese le scarpette. 

Calcio e lavoro, come riesci a conciliare le due cose?

Il calcio è per me una passione che porto avanti con impegno e sacrificio. Certo se avessi avuto la possibilità di fare il calciatore a tempo pieno sicuramente avrei guadagnato molto di più. Ho avuto un'occasione quando ero agli allievi, un provino con il Milan ma non fui fortunato. Ad ogni modo il mio piccolo mondo calcistico mi riempie di soddisfazioni.

Ed il lavoro?

Lo stabilimento di famiglia che gestiamo dal 1981 offre la possibilità di conoscere sempre nuova gente. Adoro stare a contatto con le persone anche se non nego che richiede parecchia fatica. Lavoriamo 14- 15 ore al giorno, potete immaginare...

La prossima stagione ti vedrà di nuovo con la maglia del Pineto?

C'è stato un tacito assenso in merito alla mia riconferma. Pineto rimane sempre la prima scelta. Darei la vita per questa squadra.

Eppure qualche richiesta l'hai avuta

A Maggio di quest'anno il Fontanelle mi aveva cercato ma ho preferito declinare.

Che tipo di portiere sei? quali pregi e quali difetti?

Seguo molto l'azione, cerco di guidare i miei compagni per fare in modo che l'avversario non arrivi davanti la porta. Il mio pregio sono le uscite basse, adoro tuffarmi. Il mio difetto? le palle alte, non sempre riesco a coordinare i movimenti.

I tre ricordi più belli della tua carriera

Il primo nel 1999 fu il rigore parato dopo essere subentrato in occasione della finale del torneo di Nepezzano. Il secondo ancora un rigore parato a Vincenzo Aureli quando militavo nell'Alba Adriatica. Poi il terzo, un tiro a colpo sicuro neutralizzato a Rossi Finarelli, attaccante della Rosetana, sul campo di Scerne. Se ripenso a quest'ultima mi vengono i brividi. E' stata una parata bellissima.

Lasciamo il calcio e parliamo dei tuoi progetti futuri

Lo stabilimento balneare continuerà ad essere il mio lavoro. L'obiettivo è crescere e ciò sarà possibile solo grazie a tutti i nostri clienti. Noi ci impegniamo al massimo ma sono loro la nostra forza. Dal punto di vista sentimentale sono felicemente fidanzato e non appena la mia ragazza concluderà gli studi penseremo a costruirci una famiglia.

A proposito di famiglia, da qualche settimana si è concluso il Torneo Internazionale Mariani-Pavone in memoria di tuo fratello Alessandro e di Mimmo, due ragazzi scomparsi troppo presto

E' una manifestazione impegnativa che richiede impegno e dedizione. Non finirò mai di ringraziare tutta la società del Pineto Calcio, in primis Antonio Pavone, tutti i dirigenti e soprattutto mio padre Leo; è impagabile il loro lavoro per la buona riuscita dell'evento. Mio fratello amava il calcio pur non avendo mai militato in categorie importanti, era tifoso dell'Inter e per questo in occasione del torneo il Pineto gioca con la maglia neroazzurra. Credo non ci sia modo migliore per ricordarlo, d'altra parte il pallone era la sua passione e la sua fonte di felicità. Un plauso anche a voi di Atuttocalcio, gli unici ad aver fatto da cassa di risonanza a questa bellissima manifestazione.