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Eccellenza. Capistrello, mister Scatena: "A Capistrello si è fatto qualcosa di straordinario"

Duro lavoro, sacrificio e soprattutto tanta passione. Questi gli ingredienti di Michele Scatena, tecnico del Capistrello dei miracoli, arrivato a disputare, per la prima volta nella storia della società rovetana, gli spareggi promozione per accedere in serie D. Avvicinato dai nostri microfoni, il mister ha risposto ad alcune nostre domande.

-Quanto c'è di Michele Scatena nei successi del Capistrello?

"Noi tecnici siamo abituati a prenderci i meriti quando le cose vanno bene e poi, quando non vanno, evitiamo di prenderci i demeriti. Comunque, sono gli addetti ai lavori che debbono giudicare se sono, o meno, stato bravo".

-Mister, qual'è stato il momento più esaltante della stagione? E quello più difficile? 

"Di momenti esaltanti ne ho vissuti parecchi, sarebbe riduttivo dirne soltanto uno; comunque cito quello relativo alla gara con l'Avezzano; il Capistrello nonostante schierasse un manipolo di giovani, il più anziano aveva 26 anni, ha tenuto testa all'Avezzano, sia dal punto di vista psico-tecnico che tattico. Naturalmente, molto esaltante è stato il raggiungimento dei play off, apice della nostra stagione. Pensando al momento più difficile, mi viene in mente quello a cavallo della gara con il San Nicolò. Venivamo da 9 punti in 3 gare; poi in 5 partite pur giocando, a tratti, il nostro miglior calcio, abbiamo raccolto meno di quanto meritavamo. Tre pareggi e due sconfitte fu il responso del campo".

-Quale segreto si cela dietro i vostri successi?

"Il gruppo. E' stato la chiave segreta del Capistrello. Soprattutto lo spogliatoio. Quest'anno abbiamo raccolto i frutti delle ultime 7 giornate della scorsa stagione. In estate poi, insieme alla società, abbiamo rigenerato dei giocatori che molti davano per finiti. La squadra è divenuta un mosaico perfetto ed i ragazzi mi hanno aiutato a sbagliare poco".

-Riavvolgendo il nastro della stagione cosa non rifarebbe?

"Siamo essere umani e come tali commettiamo degli errori. Cerco di analizzarmi sia nel bene che nel male. Riavvolgendo il nastro della stagione posso ammettere che tutto ciò che ho fatto è stato figlio del mio istinto; ascolto tutti ma non sento nessuno. Credo che dai nostri errori si debba imparare, al fine di non commetterli nuovamente in futuro. Ripeto, il mio operato non devo giudicarlo io".

- Come ammesso da un suo calciatore in una recente intervista, lei sa lavorare con i giovani; la vittoria del campionato ottenuta con la formazione Juniores, in un certo senso, ne è una conferma. La gratificano questi riconoscimenti?

"Debbo dire, in tutta onestà, che all'inizio ero un pò perplesso; allenare 2 formazioni, prima squadra e Juniores, temevo potesse portarmi via troppo tempo. Ad oggi, invece, dico che mi sono divertito molto. Ringrazio la U.S. Capistrello che mi ha dato questa possibilità. Un grazie va a quei due gruppi formato da ragazzi fantastici che mi hanno fatto capire ed apprezzare la vera essenza del calcio. Senza dimenticare i tifosi di Capistrello; la stima e la fiducia che la gente mi ha trasmesso non potrò mai dimenticarla".

-Vedremo anche l'anno prossimo Michele Scatena sulla panchina del Capistrello?

"E'presto per parlarne. Dobbiamo prima smaltire la delusione per l'eliminazione dai play off, ben sapendo però che si è fatto un qualcosa di straordinario. A Capistrello, dal mio punto di vista, ci sono state molte cose positive, ma anche negative, come normalmente avviene nel calcio. Questo appena concluso è stato per me un anno bellissimo. Grazie. Questo voglio dire. Per quanto riguarda il mio futuro, prima di prendere qualsiasi decisione voglio sedermi ad un tavolo e parlare con la società. Sono legato a questi colori; con questa maglia ho anche giocato. Ci vorrà un periodo di riflessione, anche perchè i matrimoni si fanno sempre in due".