“Non voglio essere complice. Prevenire è meglio che curare”. A parlare, dopo le sue dimissioni da Dg della Civitanovese, è Fabrizio Cabrini. “Sin dall’inizio avevamo chiesto ed ottenuto, ma solo a parole, la gestione
della contabilità qui a Civitanova. Quando il campionato è iniziato, invece, Di Stefano, ha cambiato le carte in tavola. Da qui sono arrivati i primi problemi. Subito ho cominciato a chiedere i conti ma non mi sono
stati mai concessi se non tramite fogli volanti. Quando mi sono reso conto che il Presidente non stava assolvendo ai suoi compiti, ho cominciato a chiedere più chiarezza. E la risposta quale è stata? Che io volevo gestire la società con i suoi soldi. Ricordo al nuovo Thoir, però, che è lui che vuole gestire la società con i soldi della città come i 500 abbonamenti, incassi dei botteghini, quote d’iscrizione del settore giovanile,
contributo del comune e sponsorizzazioni portate da tutti quelli che hanno iniziato questa avventura, mettendoci la faccia, me compreso. E’ vero. Il nostro errore – continua Cabrini - è stato quello di avergli creduto e di
non aver preteso subito quanto da lui stesso promesso. Guarda caso, però, dopo tutto questo casino i conti sono stati portati qui a Civitanova ed è stata conferita la delega ad un civitanovese. Sia chiaro. Non avendo mai visto i conti reali, ma solo fogli volanti scritti da lui o da chi per lui, non so quale è la reale situazione, ma se dopo i primi tre mesi di vita di questa nuova società ci sono delle difficoltà, evidentemente qualcosa non va. Se fossero mancati dei soldi ci saremmo adoperati cercando nuovi sponsor come abbiamo fatto sempre. Se invece il bilancio era in regola mi chiedo come mai il Presidente non ha rispettato i suoi impegni. Io, non sono abituato a mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e questo per il bene della Civitanovese. Ricordo che Di Stefano, amministratore unico, detiene il 100% delle quote.
E’ l’unico, quindi, ad avere il potere di firma: ogni decisione, a partire da ogni contratto stipulato dallo staff tecnico fino all’ultimo dei giocatori, dipendono solo ed esclusivamente da lui. Ricordo, a chi lo
avesse dimenticato, le accuse lanciate, più volte, da Di Stefano sulla stampa. All’inizio del campionato fino alla partita contro il Termoli, quindi per due mesi, eravamo primi in classifica e si elogiava di chi
avesse preso e portato. Poi, però, alle prime sconfitte, Pazzi, ad esempio, da lui voluto fortemente, era diventato una pippa. E ha cominciato a criticare tutti. Ora bisogna capire se c’era un progetto
dietro: arrivare a dicembre e poi smantellare la squadra senza pagare gli stipendi oppure aveva in mente qualcos’altro che io non so. Concludo dicendo che questa mancanza di chiarezza e trasparenza rischia di
far precipitare la Civitanovese in una situazione che tutti, purtroppo, conoscono bene da anni. Quindi non ho abbandonato la nave come qualcuno mormora, ma sto cercando di far aprire gli occhi alla città e a chi crede in questo progetto. Sarebbe ora di finirla: la Civitanovese ai civitanovesi.".