Il calcio dilettantistico potrà ripartire? Questa la domanda che molti, soprattutto in questi giorni, si stanno ponendo. Per saperne di più, abbiamo sottoposto ad alcune domande Noris Todisco, Operatrice Vaccinale per l'area Marsica e contact tracing dei pazienti covid. Nell'intervista concessa ad Atuttocalcio, la Todisco (moglie del presidente del San Benedetto, Beniamino Cerasani), ha parlato del Covid-19 e dell'incidenza che ha sul calcio. Scopriamo cosa ha detto.
-Todisco, veniamo al dunque: aldilà delle decisioni che verranno adottate dagli organi statali, ci sono le condizioni per ripartire?
"Facendo un'accurata analisi rischi-benefici, a mio avviso, non ci sono le condizioni per riprendere".
-Si spieghi..
"Non si può scongiurare la contagiosità del virus, soprattutto nelle nuove varianti, di cui si conosce poco. Quest'ultime, però, in base ai dati che abbiamo, hanno dimostrato una trasmissibilità estremamente alta".
-Equiparando il torneo di Eccellenza a quello di Serie D, si potrebbe pensare ad una ripartenza del suddetto torneo?
"Non posso e non voglio sostituirmi agli organi preposti, ai quali spetterà la scelta. Come già detto nei giorni scorsi, per consentire il riavvio dei campionati di maggior interesse i club dovrebbero creare una sorta di bolla, isolando (o quasi) i calciatori. A quanto detto si dovranno aggiungere costi relativi a sanificazioni e tamponi, possibilmente di nuova generazione in grado di rilevare gli antigeni del coronavirus, anche nelle sue varianti".
-Quando a suo avviso potremmo rivedere la luce?
"Difficile fare previsioni. La nostra speranza è quella di poter vaccinare nel minor tempo possibile almeno il 70% della popolazione. Soltanto in questo modo saremo in grado di garantire la cosidetta immunità di gregge".
-In buona sostanza meglio attendere tempi migliori?
"La ripartenza dello sport dilettantistico è legata a molte variabili: l'indice RT, l'incidenza e la diffusione delle varianti, il parere del CTS e l'immunizzazioni dovuta alle vaccinazioni. Si può ipotizzare la ripresa degli allenamenti seguendo i protocolii FIGC, ma il rischio contagi resta, soprattutto in ambienti chiusi e ristretti. Con rammarico, da sportiva, devo ammettere che in questo momento la priorità è la salute delle persone. Il calcio può attendere".