Nella giornata di sabato vi è stata la riunione tra il CR Abruzzo e le società partecipanti nei tre gironi del campionato di Promozione.
Il nuovo Comitato regionale, presieduto da Concezio Memmo, ha pianificato il piano per la ripartenza, anche se la strada per quanto concerne il secondo campionato regionale appare ancora in salita. Sul piatto due ipotesi, come nel caso del campionato di Eccellenza. Nella prima ipotesi, si disputerebbe il solo girone di andata per poi dividerlo nel pool promozione (dal 1° al 7° posto) e nel pool retrocessione (dall’8° al 14 ° posto). La seconda invece è la disputa del solo girone di andata e la promozione per la prima classificata con i consueti play off e play out.
In entrambi i casi la ripartenza prefissata è il 24 marzo con l’inizio dei recuperi. Nel caso della prima ipotesi sono previsti i recuperi oltre che il 24 marzo, anche il 28 marzo e il 3 aprile, con la ripresa del calendario ( che riprenderebbe dalla 5^ giornata) il 7 aprile e 6 infrasettimanali da giocare. In tal caso si concluderebbe la regular season il 16 maggio, mentre con il pool promozione e retrocessione si concluderebbe il 27 giugno.
Nella seconda ipotesi invece, (senza infrasettimanali), sono previsti i recuperi il 24 marzo, il 28 e il 3 aprile. La ripresa della quinta giornata ci sarebbe l’11 aprile, con la fine dei gironi prevista per il 20 giugno. Si disputerebbero poi i play e i play out, con le vincenti dei play off che si sfiderebbero in un triangolare per decidere la squadra avente diritto al campionato di Eccellenza.
Come nel caso dell’Eccellenza, anche in Promozione si preferirebbe la seconda ipotesi, ma in realtà tra la maggior parte dei club (14 società assenti alla riunione), traspare molto scetticismo su una possibile ripartenza posticipando il tutto a tempi migliori. Difficile equiparare il campionato di Promozione con quello di Eccellenza e di Serie D. Trattasi di un puro campionato dilettantistico, che per quanto di alto livello è composto in prevalenza da società che fanno calcio per passione e più si scende di categoria, più questo discorso viene più. I costi sarebbero cospicui per i club probabilmente anche se venissero in parte supportati da un punto di vista finanziario. La gran parte delle squadre sono poi composte da giocatori, che fanno questo sport solo come dopo lavoro e che magari dopo la positività di un tampone possono rischiare di compromettere la loro primaria attività di sostenimento. Dunque tanti sono i dubbi ad oggi, molto dipenderà sia dal comportamento della pandemia, sia da cosa deciderà il governo Draghi dopo il 5 marzo.