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Elezioni Lombardia. La sfida tra Tavecchio e Pasquali, inciderà su Gravina?

Che qualcosa nelle elezioni dei Comitati regionali della Lnd non sia andata per il verso giusto, lo abbiamo più volte sottolineato con svariati approfondimenti (clicca qui per avere una panoramica nazionale). Ai molti ricorsi presentati dagli aspiranti candidati, che sono stati di fatto esclusi con metodi opinabili, si aggiunge la querelle tra Tavecchio e Pasquali.

L’ex presidente della Figc Carlo Tavecchio è stato eletto il 9 gennaio scorso come presidente del Comitato lombardo della Lega nazionale dilettanti. Il risultato finale è stata una vittoria di misura: 380 a 366: vittoria solo con 14 voti di scarto. Ma sulla sua testa pende il ricorso dello sconfitto, filo sibilliano, Alberto Pasquali, 62 anni, medico di Brescia, anche se, il Tribunale Federale Nazionale, giudice di primo grado, lo ha già dichiarato inammissibile.

La parola passa ai successivi gradi di giudizio in ambito sportivo, Corte Federale d’Appello e Collegio di Garanzia del Coni. Qualora gli organi di giustizia decidessero che le votazioni si dovranno ripetere salterebbe anche l’assemblea Figc del 22 febbraio, quella che vede l’attuale numero uno Gabriele Gravina contro Cosimo Sibilia: infatti prima di eleggere il n. 1 della Figc, si dovrebbero ripetere l’elezione in Lombardia.

La sfida è degna di una commedia non da poco: Gravina, nel 2017, aveva contribuito alla cacciata di Tavecchio, ma a dicembre aveva deciso di sostenerlo per arginare Sibilia. Lo stesso Sibilia aveva appoggiato Pasquali, per poi candidarsi alla poltrona più lata del calcio italiano, sfidando Gravina.  

Come abbiamo abbondantemente spiegato in precedenti articoli (clicca qui), la Lega nazionale dilettanti conta infatti il 34%, dei voti in assemblea elettiva FIGC, e Gravina sperava di rosicchiare percentuali sostenendo proprio Tavecchio. Il problema è che nel ricorso presentato da Pasquali emerge un quadro a tinte fosche sulle modalità di espressione del voto elettronico, sull’accredito delle società, e quindi sull’esito delle votazioni.

Dalle 54 pagine del ricorso, la parte ricorrente, espone tutta una serie di errori, di ritardi, di allegre interpretazioni e facilonerie da prima Repubblica che aggiunge ancora più ombre, rispetto a quanto tratteggiato nel nostro articolo, sulla gestione delle nostre istituzioni sportive.