Il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, assieme all’assessore allo sport Guido Quintino Liris ha indetto una conferenza stampa “Lo sport ai tempi del Coronavirus”, spiegando le motivazioni del protocollo sicurezza per i centri e i circoli sportivi che ha fatto discutere l’intero calcio dilettantistico regionale. Protocollo che ha avuto una risonanza a livello nazionale.
“Avendo toccato il sacro mondo del pallone”, commenta il governatore abruzzese, “si guadagnano le prime pagine e le chiacchere da bar. Di tutto si può parlare, ma se si tocca il pallone tutti sono tecnici e tutti sono esperti. Abbiamo scoperto, che non siamo solo un popolo di commissari tecnici che pensano sempre di scegliere la nazionale meglio del Ct, ma che a calcio non si può giocare se non si possono fare scivolate o contrasti duri o marcature strette. Se tutti facessero degli interventi in scivolata, vorrei vedere quante ginocchia, quante caviglie ci riportiamo a casa sane.”
Questo il paragrafo che ha fatto tanto discutere:
Modalità di gioco per il Calcio e per la Pallacanestro:
- è vietato sputare o starnutire a terra, bensì sarà possibile farlo in un fazzoletto;
- è vietato il recupero fisico da seduti o sdraiati nell’area di gioco;
- è consentito il tocco del pallone con le mani solo ed esclusivamente se muniti di guanti;
- i portieri potranno toccare il pallone con le mani solo se indossano i guanti che devono essere comunque igienizzati prima e dopo la partita;
- il pallone potrà essere “recuperato” solo tramite “intercetto” e non tramite il “contrasto”;
- sono vietate le “scivolate”;
- è vietata la “marcatura ad uomo”.
“Noi vogliamo riaprire l’attività sportiva, siamo stati i secondi in Italia ad aver aperto i circoli tennis. Siamo in un Paese che considerava un untore quello che andava a correre da solo o chi andava in bicicletta, il sottoscritto è stato processato dalle opposizioni perché faceva riprendere queste attività. Preferisco un centro sportivo con dei limiti, io ho giocato a basket e so cosa significa dover giocare con i guanti, che un centro sportivo chiuso per sempre. I centri sportivi abruzzesi stanno festeggiando perché iniziano a riempirsi. Io spero che il governo riescano presto a fare dei protocolli insieme al CTS, al momento noi abbiamo trovato uno nostro.”
A replicare su questo tema sono state due figure di spicco del mondo del calcio. Uno è Massimo Oddo, ex capitano della Lazio, campione d’Europa con il Milan, ex tecnico del Pescara e campione del mondo di Germania 2006. Il secondo è il presidente della Figc Gabriele Gravina che quanto al protocollo abruzzese, rispose come “non si possono riscrivere le regole nel calcio.”
“Chiaro se si chiede a un campione del mondo se si può giocare o no in queste condizioni ti dice di no, è un campione del mondo. L’Abruzzo vuole salvaguardare l’attività sportiva e ha fatto la sua parte, quanto pronti faremo nostri i protocolli nazionali o rivedremo quelli proposti da noi quando ci saranno le condizioni per poterlo fare. Io devo fare le cose entro i corretti limiti, anche se questo può far sorridere e generare il chiacchiericcio virulento sui social. Ma la cosa importante che questa ordinanza ha avuto un effetto positivo aiutando i centri sportivi a riaprie e riportare un po’ di serenità.”
Un commento anche su le due abruzzesi retrocesse.
“Purtroppo questo stop, ci fa piangere anche la retrocessione dalla D all’Eccellenza di due squadre abruzzesi. Dispiace per il Chieti e l’Avezzano che non hanno potuto guadagnarsi sul campo il diritto di scamparla. Ma c’è un tema più generale.”
Questo il commento di Liris.
"L’Abruzzo è stato precursore nella riapertura dei centri sportivi, prima quelli individuali, adesso anche per quello che riguarda gli sporti di squadra, ringrazio i centri di tutto Abruzzo. Avevamo di fronte un tessuto socio economico in difficoltà. Bisognava trovare un compromesso. Il mondo dei professionisti si ricorda che è diverso da quello amatoriale.”
Pierluigi Trombetta