Il 3-2 di Canistro, in qualche modo, può rappresentare la prima vera sconfitta dell’ Aquila della rinascita. Sia Pizzoli-L’Aquila dell’ anno scorso che Mutignano-L’Aquila e L’Aquila-San Gregorio di Coppa infatti, sono state sconfitte di inizio stagione. Questi tre esempi sono stati con buone ragioni giustificati dal fatto che a causa delle solite estati del calcio aquilano, i problemi societari si risolvono tardivamente e quindi il gruppo formatosi è ancora incompleto, non ha una buona condizione fisica e ne che meno un’ identità di gioco.
Questo discorso non può valere nella gara di ieri. La squadra è ormai rodata sul piano del gioco e atleticamente sta bene, l’ 8-1 nell’infrasettimanale contro il Miano è un esempio. L’Aquila è una squadra tecnica, che ieri ha subìto il campo pesante viste le sue caratteristiche contro un avversario maschio, agguerrito che ha lottato su ogni pallone e che si è portato a casa meritatamente l’ intera posta in palio. Non è la prima volta che accade, si ricorda il pareggio contro il Villa Sant’ Angelo la passata stagione in Prima o -uscendo momentaneamente dai confini rossoblù- Casalbordino-Lanciano con i frentani sconfitti sempre per un campo avverso alle loro qualità tecniche.
Certo il rammarico in casa L’Aquila ci può stare. Dopo un brutto primo tempo, con la partita che probabilmente era stata studiata diversamente (il cambio tattico dopo 24 minuti), alla fine i rossoblù sono riusciti a riprenderla segnando due gol in 4 minuti. Si poteva pensare ad una rimonta simile a quella contro il Celano e invece a punire è stato Zazzara. Un’ ex che poteva non essere ex, visto che la trattativa con il pescinese era rimasta in piedi per tutta l’estate.
Tanti i mugugni e il reparto dei portieri è il più contestato. Inutile e poco rispettoso accanirsi o additare, omertoso sarebbe però non documentare o mascherare la realtà. Ranalletta sul primo ( più sulla punizione concessa che sulla rete di Tavani) e sul terzo gol ha delle responsabilità. Tutti e tre i portieri rossoblù giocano molto alti e probabilmente è una espressa richiesta. Il marsicano è stato da sempre considerato uno dei prospetti più importanti del calcio abruzzese come ha dimostrato a Paterno, ed era stato scelto dall’Avezzano come sostituto di Fanti prima che si risolvesse il caso. Il paragone dei tre con Cattaffesta è impari. Barbato e Ranalletta sono 2000, Sinopoli è 2001, quindi hanno 5 e 6 anni in meno rispetto all’attuale portiere del Sulmona, che ha quasi sempre giocato in Eccellenza. Inizialmente si era puntato a un under e a un over, poi complicandosi l’ affare Rossetti si è deciso di prendere tre estremi difensori fuori quota, che in alcuni casi può essere un vantaggio, in altri uno svantaggio.
Dopo i vari campanelli d’allarme è arrivata la sconfitta che evidentemente doveva arrivare. La rosa nonostante alcune lacune resta di livello, visto che era in vetta fino a due giorni fa. Il mercato di riparazione servirà per correggere il tiro e intanto L’Aquila della rinascita, dovrà dimostrare l’ indole reattiva che l’ ha contraddistinta dopo un passo falso. Contro Sant e Fontanelle si capirà.
Pierluigi Trombetta