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Allenatori: quando il lavoro conta. .. .. più delle vittorie

Troppo spesso il lavoro degli allenatori (siano essi di Serie A o delle categorie dilettantistiche) viene offuscato dal mancato risultato. Quante volte si è sentito dire "ma non ha vinto niente". A nostro avviso (soprattutto di chi scrive), andrebbe riscoperta la cultura del lavoro e non solamente quella del successo a tutti i costi, aspetto, quest'ultimo, tipicamente italiano. Scovando nei vari campionati seguiti da Atuttocalcio.tv, abbiamo cerchiato alcuni allenatori che, pur non avendo portato nulla a casa, hanno svolto un lavoro che meriterebbe attenzione. Si sa, nel calcio vince uno solo.

Nel massimo torneo regionale, Lucarelli a parte (un torneo di Serie D, 2 campionati di Eccellenza, una Coppa Italia, una Semifinale play off negli ultimi 5 anni, giusto che attragga l'interesse di società di Serie D ed Eccellenza), non si può non elogiare il lavoro di mister Izzotti, capace di condurre i ragazzotti dell'Alba Adriatica al penultimo atto play off. Bene ha fatto Ronci col suo Spoltore: oltre agli spareggi promozione guadagnati per due anni di fila, quest'anno ben 12 calciatori del 2001 sono sbarcati in prima squadra. Non ha centrato i play off (anche se l'eventuale 1-1 col Sambuceto lo avrebbe premiato), Fabio Iodice del Capistrello, anche se i 144 punti raccolti in due stagioni (record assoluto, a cui vanno aggiunte le salvezze in D e le vittorie in Promozione) e i piazzamenti a margine dei play off degli ultimi due tornei, pur con una squadra di giovani, bravi, ma pur sempre giovani, meriterebbe attenzione. Il alcuni momenti del campionato di Eccellnza 2019-20, proprio il Capistrello, bersagliato dagli infortuni, aveva l'etichetta di miglior orchestra. Bene Del Gallo con l'Acqua&Sapone (record di punti nella storia verdeoro), al pari del collega Bonati della Delfino Flacco: 45 punti ed una salvezza che in altre annate sarebbe stata blindata ben prima delle ultime due giornate. A quota 45 ha chiuso anche il Paterno, ma il lavoro di Torti è stato tutt'altro che negativo: 34 punti raccolti in casa, dietro solo a Spoltore e Torrese, con la rosa titolare, causa i tanti lungodegenti, a disposizione solamente per 7 giornate. A tutto ciò va aggiunta l'assenza di una struttura "di casa".

Non è riuscito nell'intento di mantenere la categoria, ma il trainer dell'AmiterninaVincenzo Angelone, dopo la salvezza dell'anno passato e la Coppa Italia di categoria (uno dei pochi, al pari di Torti, ad aver vinto Eccellenza, Promozione, Coppa Italia e Coppa Mancini) lascia in eredità i tanti ragazzi valorizzati (chiedere a Mazzaferro, Romano, Tinari, Angelone, Marino e Domenico Di Alessandro). Capitolo giovani: Capitanio guida la truppa, quanto già fatto con Virtus Teramo e Pontevomano rappresenta un'ottima da base da cui ripartire. Cristofari e Del Zotti: hanno dimostrato di avere idee chiare. Il futuro è nelle loro mani.

Chiudiamo con una nota di merito per tre allenatori che, insieme ai sopra citati colleghi, meriterebbero più attenzione. Pierpaolo Rotili, allenatore del Pizzoli: 83 punti stagionali e 102 gol fatti, uscito sconfitto dalla finale play off contro il Celano. Passato "vincente" nelle giovanili de L'Aquila Calcio. Le ultime soddisfazioni portano il suo nome. Il trainer castellano Dario Celli, è l'altro sotto la lente d'ingradimento: 80 punti e terza piazza. Chiude Paolo Giordani, mister del San Benedetto Venere, ancora una volta premiato con i play off. Il lavoro degli ultimi anni meriterebbe categorie superiori. La presenza de L'Aquila Calcio nel torneo di Prima Categoria non deve far passare inosservato quanto appena detto.