L’Aquila, senti Maurizio Ianni: ‘Momento dell’orgoglio, vedo un rinato entusiasmo. Costruiamo insieme la rinascita. A Cappellacci seguiranno giocatori importanti’
Giocatore, allenatore, responsabile del settore giovanile, dirigente, persino punto di riferimento per qualche giorno di Bruno Conti nella fugace ed esuberante avventura estiva di Ius, prima che la “garanzia” mundial facesse elegantemente un passo indietro. E ora direttore dell’area tecnica. La nuova L’Aquila di Ernesto Penzi non poteva non ripartire dall’aquilano Maurizio Ianni, in continuità col buon lavoro dello scorso anno, quando venne allestita una squadra in grado di approdare ai play off di serie D con cinque mensilità ancora da riscuotere.
Atuttocalcio lo ha intervistato per interrogare il futuro prossimo rossoblù, conoscere i tempi strettissimi della rinascita, capire su quali perni si incardinerà il progetto tecnico e sul ruolo della piazza in questa ennesima rinascita.
Ianni, il primo tassello è sistemato. Si riparte da Cappellacci. Che valenza ha?
Fondamentale, sia in chiave futura, sia di traduzione della serietà del progetto tecnico. Non ha bisogno di presentazioni e non avrebbe mai accettato se non avesse visto una prospettiva. E poi è indubbio che il nome esercita sia un certo fascino sulla piazza che un effetto traino sui giocatori da ingaggiare. Ovviamente quando parliamo di progetto immagino un discorso proiettato nel futuro, pluriennale.
Come è nata questa trattativa?
Veramente avevo pensato a Cappellacci per sostituire Battistini quando ancora c’era la speranza che si potesse salvare la categoria. Quando tutto è precipitato ho pensato di fare comunque un tentativo e una mano in tal senso ce l’ha data l’amicizia con Paolo e Marco Ianni. Ma con Roberto abbiamo parlato subito la stessa lingua. E poi lui ha un debole per L’Aquila.
Per i giocatori si seguirà lo stesso ragionamento?
Certo. Il fil rouge sarà che, a prescindere da categoria e relativo budget, il lavoro tecnico sarà proiettato al futuro. L’idea è quella di dimostrare da subito che L’Aquila è di passaggio in queste categorie. Bisognerà massimizzare la rosa, lavorando su un gruppo che Cappellacci potrà sentire suo anche in futuro.
A proposito di budget...
Sarà funzionale alla categoria che ci assegneranno. Ne abbiamo individuato uno in linea di massima, importante sia per la Promozione che, ovviamente, per la Prima. Se dovesse essere Eccellenza dovremo rimodularlo.
Nomi?
Ci sto lavorando da giorni ma è presto per farli. Sia perché si tratta di giocatori che hanno già firmato per altri club e che quindi si svincolerebbero solo per L’Aquila, sia perché molto dipende dalla categoria. Ma parliamo comunque di nomi di primo piano. A questi, a seconda della categoria, affiancheremo dei ragazzi del territorio per dare il giusto risalto all’aspetto identitario della rinascita.
Obiettivi chiari.
Sul lato tecnico dovremo primeggiare, è indubbio. Per il resto si dovrà costruire. Mi riferisco a strutture, organizzazione e settore giovanile. Soprattutto su questi aspetti dobbiamo cambiare passo rispetto al passato. In parte abbiamo iniziato con Fabrizio Rossi, ora rilanceremo questo modus operandi con la nascente società. Altrimenti non c’è futuro.
Qualcosa di concreto?
Il progetto per rendere funzionale l’antistadio è già in itinere. Bisogna investire per creare una struttura che torni a legare allo stadio il settore giovanile, le famiglie e i tifosi.
A proposito di settore giovanile, sarà dei vostri un certo Luca Sanderra.
Anche lui non ha bisogno di presentazioni. Darà un grandissimo contributo, soprattutto per la crescita dei nostri tecnici.
Al 18 agosto la domanda d’obbligo è: quando si parte?
A chi arriverà all’Aquila vogliamo dare un impatto di organizzazione e professionalità, quindi arrivati a questo punto un giorno non fa la differenza. La settimana prossima abbiamo programmato dei sopralluoghi allo stadio per cercare di partire il prima possibile.
Quanto sarà importante la piazza in questo percorso di rinascita?
Dico sempre che l’esempio dovrà darlo la società, ma la piazza sarà essenziale. Chiunque vuole bene all’Aquila dovrà dare il proprio contributo. L’esempio concreto sono gli abbonamenti che stanno facendo i tifosi. Vedo una fiammella di rinato entusiasmo, da quello che ho capito siamo praticamente al doppio degli abbonamenti dello scorso anno e questo è indicativo della forza di questa piazza. È questo il momento dell’orgoglio, il momento di ricompattarsi per puntare a tornare in alto il prima possibile. Mettiamo in atto un richiamo identitario da trasmettere ai più giovani. Tutti insieme.
Alessandro Fallocco