Un autentico plebiscito di consensi per il convegno ‘Verso un giusto processo sportivo, idee e prospettive di riforma', organizzato a Caltanissetta nella impareggiabile cornice del Teatro Margherita dal comitato regionale della LND per iniziativa del presidente Sandro Morgana. È stata una due giorni realizzata per la regìa del magistrato di Cassazione dottore Renato Grillo e del componente della Disciplinare territoriale avvocato Giuseppe Daquì. Qualificatissimo il cast dei protagonisti del dibattito, sapientemente coordinato dal presidente del Tribunale di Palermo, dottore Leonardo Guarnotta, e della conseguente tavola rotonda alla quale ha preso parte anche il presidente nazionale della LND, Carlo Tavecchio, ed ha dato il tocco finale l'intervento del presidente della Figc, Giancarlo Abete. Tema fondamentale dibattuto, quello della responsabilità oggettiva, caposaldo dello sport che potrà pur essere ritoccato - come ha precisato il presidente Abete - "...ma non prima di una specifica pronuncia da parte della Fifa, dell'Uefa e del Coni". Nel corso dei lavori, è stato in ogni caso quanto mai interessante il contrapporsi fra l'accusa - impersonata dall'avvocato Dacquì - che ha specificatamente detto: "Il codice sportivo è di natura inquisitoria ed il principio della responsabilità oggettiva sembra appartenere alla civiltà tribale...", e la difesa, sostenuta dal magistrato Renato Grillo, il quale ha fra l'altro affermato: "La responsabilità oggettiva è freno alla criminalità: le società devono prevenire ogni possibilità di illecito sportivo; chi ha provveduto a farlo, se n'è già avvantaggiato, come nel caso del Novara". Non sono mancati i riferimenti al caso Catania che sei anni orsono pagò a caro prezzo le tragiche conseguenze dei comportamenti dei propri tifosi in occasione di un derby con il Palermo: "Noi siamo ancora terrorizzati da quel ricordo - ha affermato nel proprio intervento il presidente della società etnea, Nino Pulvirenti - ma ritengo che anche in tema di illecito ‘contro', da parte di tesserati, l'applicazione del principio della responsabilità oggettiva sia discutibile, in quanto la società danneggiata finisce per essere punita due volte, nell'immediato tecnicamente e poi in sede disciplinare". Particolarmente seguito è stato anche l'intervento del dr. Fabbri, rappresentante della Procura Federale, che ha pure messo in risalto l'opportunità di un temperamento della applicazione della responsabilità oggettiva, che resta comunque un pilastro ed un'ottima scelta del sistema-sport, mentre il mondo cambia e si scopre con grande sollievo che la Procura Federale può deliberare in modo più snello e veritiero da quando è nella condizione di avvalersi delle indagini esperite con opportuni mezzi ed adeguati 007 dalle Procure normali che si sono già attrezzate in materia calcistica, come quelle di Bari, Cremona e Napoli. Il dibattito è risultato ad alto livello tecnico e culturale, grazie allo spessore anche degli altri partecipanti, come il professore Tommaso Pensabene Lionti, docente di Diritto Sportivo, il professore Jacopo Tognon, componente del Tas di Losanna, il dottore Guido De Maio, già presidente della terza sezione penale della Cassazione, il professore Mario Serio, ordinario di Diritto privato comparato, l'avvocato Mattia Grassani, famoso legale specializzato in tema di diritto sportivo, l'avvocato Paolo Garraffa dell'Università di Palermo, l'avvocato Felice Brando, ricercatore di Diritto pubblico, il giornalista Italo Cucci, direttore editoriale dell'agenzia Italpress, il presidente degli arbitri Marcello Nicchi ed il presidente del Catania, Nino Pulvirenti. Una folla interessata di addetti ai lavori, legali e studenti delle medie superiori nissene ha vissuto la due giorni, dimostrando notevole interesse agli argomenti dibattuti.
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