"Chieti, da sempre, è un punto di riferimento per il calcio abruzzese. Quando si ha la fortuna di giocare in una piazza del genere, inevitabilmente, ci si sente proiettati nella storia e nel blasone di questi colori. Una dimensione grande, al di là della categoria".
-La squadra allestita, a suo avviso, potrà centrare la Serie D?
"E' presto per poter rispondere a questa domanda. Il calcio mi ha insegnato che vincere non è mai facile e che l'unica cosa che conta è il verdetto del campo. A mio avviso, però, anche la compagine della passata stagione, che ho avuto modo di seguire, avrebbe potuto ben figurare anche nel torneo di Eccellenza".
-Sinora ha dimostrato di essere un difensore duttile; se potesse scegliere, però, in quale ruolo giocherebbe?
"Spesso il ruolo non è quello che senti tuo, ma quello che ti viene dato. Nel corso della mia carriera ho agito in diverse zone del campo, giocando da terzino, centrale difensivo e anche centrocampista, secondo le idee dell'allenatore del momento. Se potessi scegliere, seppur con qualche centimetro in meno, giocherei difensore centrale".
-In carriera ha avuto la fortuna di calcare i campi di Lega Pro. Che ricordi ha?
"Contrastanti. All'inizio sembrava un sogno avverato; cominciava in me a prendere corpo l'idea di essere arrivato laddove avevo sempre desiderato. Purtroppo nell'anno di Teramo, con la squadra che si apprestava a vincere il campionato di C2, un infortunio al crociato spense in me la luce, tantochè passai dall'essere titolare al ritrovarmi senza squadra. Ripercorrendo la mia storia calcistica, con la lucidità di oggi, senza rancori nei confronti di nessuno, posso affermare che il calcio si è svuotato di sentimenti ed ha smesso di credere nella crescita sana dei calciatori. Gli stessi, inoltre, vengono lasciati al proprio destino dopo un infortunio. In un contesto del genere, se non si è dotati di gran talento, risulta assai difficile affermarsi. Non bastano volontà e sacrificio. La gloria, l'interesse personale ed economico e, soprattutto, la voglia di farsi strada a discapito di altri sono stati i veri motivi che hanno sancito la fine della realtà calcistica del mio territorio. Presidenti e procuratori senza scrupoli hanno portando al tracollo uno sport nato principalmente per divertire. Mi auguro che queste cose vengano fuori e che molti ragazzi, con il sogno di "arrivare", vengano ripagati dei tanti sacrifici fatti e non messi in panchina per un banale infortunio".
-Chieti, al pari di Giulianova, punta a tornare in alto. Voi calciatori avvertite questa responsabilità?
"Chieti, sicuramente, è abituata a disputare campionati superiori a quello di Eccellenza, ragion per cui trovo giustificata l'ambizione di riportare questi colori dove meritano. Avvertiamo questa responsabilità; faremo il massimo per regalare una gioia alla nostra gente".
- Quali sono a suo avviso le compagini che lotteranno per il salto di categoria?
"Il prossimo campionato si annuncia difficile ed equilibrato, con diverse compagini attrezzate per il salto di categoria. Cito il Martinsicuro, che la scorsa stagione ha disputato un'ottimo torneo, Giulianova, Paterno, Torrese, Sambuceto, Angolana, Spoltore e, indubbiamente, Chieti".