L'Aquila, 'siamo rimasti soli' ma a cambiare potrebbe essere solo la gestione ordinaria. Ecco cosa si va profilando
“Siamo rimasti soli” ha sommessamente gridato Simone Minincleri dalla sala stampa di Monterosi dopo l’orgoglioso 3 a 2 rifilato alla corazzata laziale. Un passaggio fondamentale e forse il vero succo di una giornata importante che L’Aquila calcistica ha dovuto, purtroppo, snobbare. Una giornata per l’orgoglio e poco più, vista una posta in palio (il ripescaggio) praticamente irraggiungibile (se pure cambiasse la norma, chi li caccia 250 mila euro a fondo perduto?).
Ma se è vero che il calcio non è solo razionalità, non si può che battere le mani non solo a un gruppo che, pur fra mille rimpianti, ha dato il massimo in una gara ritenuta inutile dai più, ma a un capitano che dopo una tripletta ha avuto il coraggio di dire come stanno le cose e perché L’Aquila calcistica abbia ben poco da festeggiare rimanendo questo lo scenario. Insomma, il solito grido a squarciare il silenzio che nelle ultime due settimane ha avvolto la situazione societaria. Che nel frattempo è finita in un autentico cul de sac che cercheremo di riassumervi.
La piazza aveva chiesto a gran voce un cambio e la proprietà si era detta disponibile prima di perdersi in una cervellotica sequenza di comunicati e dichiarazioni, in cui ogni passaggio smentiva implicitamente il precedente. A pietra tombale di ogni evoluzione, però, è assurto il brillantissimo comunicato del 27 aprile, in cui si parlava di dubbi e perplessità sulle trattative paventate, di proteste sproporzionate e in cui, soprattutto, spariva la parola "cessione", in luogo di “disponibilità a collaborazioni e nuovi ingressi”. Pensieri smentiti una settimana dopo dalle dichiarazioni di Chiodi al Messaggero, ma che sortirono l’effetto di schiantare la cordata locale che si stava accennando a formare, lasciando in piedi la sola ipotesi Organtini.
Ora, dunque, qual è la situazione? Il nodo cruciale, come sempre, sono più che altro i debiti erariali. I soci attuali si sono detti disponibili ad accollarseli, ma il problema vero è che vogliono garanzie dagli eventuali subentranti, visti i risvolti legali che avrebbero Chiodi e Mancini in primis (vi ricordate il sequestro operato dalla Finanza?) da un omesso versamento. Ragionando nei loro panni: cosa succederebbe se i soldi che garantisco ad una nuova società non venissero versati all’erario, bensì fossero utilizzati per altro?
Ecco perché, assurdo ma vero, nel colloquio che Chiodi ha avuto con Organtini, a quest’ultimo è stata chiesta una fideiussione (molto consistente, sembra) per prendere il club. Per dirla in breve, non se ne farà nulla. Dunque, o alle porte del club bussa qualcuno disposto a garantire soldoni perché gli attuali caccino tranquillamente i propri, oppure tutto rimarrà così.
E, infatti, tutto dovrebbe rimanere così. O meglio, la proprietà tale resterà. Ma, siccome nel frattempo il morale della piazza è ai minimi storici e gli attuali soci, pur non vedendo l'ora di abbandonare la baracca, non sono stati in grado di favorire, studiare, imboccare una exit strategy, ecco che l'unica cosa che potrebbe registrare un cambio minimo è la gestione ordinaria.
Si va facendo sempre più accreditata, infatti, l'ipotesi che gli attuali vertici restino proprietari garantendo solo l'abbattimento dei debiti, mentre la gestione corrente potrebbe essere affidata, a quanto trapela, a Fabrizio Rossi e Maurizio Ianni, che negli ultimi due anni hanno portato avanti il settore giovanile. Una soluzione di compromesso che al club, da una parte, permetterebbe di sgonfiare il debito e tornare (semi) pulito nel giro di un paio d'anni ed ai proprietari, dall'altra, di defilarsi gradualmente, allontanandosi dall'occhio del ciclone e dalla pubblicità negativa che sta risuonando come una grancassa sul palcoscenico della ricostruzione. Un'operazione che si baserebbe sulla capacità di autofinanziamento del club (in quest'ottica rimarrebbe Fabio Aureli, che ha sempre garantito grossi apporti dal marketing) e su alcuni sponsor con cui sarebbero già in contatto Rossi e Ianni. Uno di questi, già vicino a Rossi, potrebbe essere l'imprenditore ternano Sbarzella, non a caso sempre presente nelle ultime partite, Monterosi compresa. Programmi sportivi, ovviamente, in linea con le risorse economiche.
Alessandro Fallocco