L'Aquila verso la Torres. E mentre continua l'impasse per la convenzione, spogliatoi ko e termosifoni a palla
Prosegue la preparazione dei rossoblù in vista del match interno con la Torres, in ritiro a Carsoli da martedì. Ieri pomeriggio è saltata la consueta partitella del giovedì, dunque semplice allenamento in famiglia per la truppa di Morgia.
Sempre out Salvetti e Bonvissuto, quasi sicuramente salterà anche il centrocampista Nicolas Zane, fermato da un mal di schiena provocato o acuito, a quanto sembra, dai tre giorni di docce fredde che i rossoblù hanno sopportato in settimana al Gran Sasso d’Italia.
Da ieri il problema acqua calda è stato risolto, ma permane comunque una situazione di criticità dal punto di vista gestionale. Tirato a lucido per quanto riguarda tribune e terreno di gioco, la pancia del Gran Sasso sta invece svelando quotidianamente tutti i limiti di un impianto vecchio di anni. Situazione, per giunta, aggravata dalla stucchevole impasse che vige sulla stipula dell’ormai famigerata convenzione. Proviamo a spiegarci meglio.
Dopo la gara con il Lanusei anche lo spogliatoio ospiti ha subìto l’intasamento degli scarichi delle docce e, dopo essersi allagato, è stato chiuso per essere disintasato. Sorte simile per lo spogliatoio locali. Intasatosi più volte, da tre settimane è chiuso in quanto oggetto di lavori per il rifacimento docce. Dunque da tre settimane la squadra si sta cambiando in un terzo spogliatoio, che però non era stato attrezzato dal comune. Perciò, in occasione degli allenamenti con la juniores o nelle partitelle, le giovanili e le squadre del territorio si spogliano in un locale vuoto che dovrebbe essere attrezzato a palestra, mentre nell’unico spogliatoio disponibile capita di doversi fare la doccia in cinquanta, sessanta. Ovviamente col rischio intasamento dietro l’angolo, perché il problema sembra strutturale e fin quando non si interverrà sulle tubazioni di scarico la sensazione resta di precarietà.
Nel frattempo i tecnici si cambiano in uno spogliatoio più piccolo che è inserito nella torretta est a servizio di quello che dovrebbe essere l'antistadio e che hanno provveduto a pulire ed attrezzare da soli, anche grazie al lavoro dei collaboratori rossoblù.
La cosa più assurda resta però quella del riscaldamento. Dal 16 ottobre infatti sono stati accesi i termosifoni che però, a detta di chi vive l’impianto, nessuno bada a regolare. Perciò si passa dall’ambiente tropicale di un locale al corridoio freddo a causa di una porta o una finestra lasciata aperta. Con la chicca del riscaldamento “a palla”, sempre a detta di chi vive l’impianto, anche nei bagni del settore distinti, finora mai aperto al pubblico.
Cortocircuiti da mala gestio. Basterebbe poco, basterebbe un custode. Ma questo è il punto. In mancanza della famigerata convenzione, lo stadio resta una sorta di terra di nessuno. E’ del comune, ma viene vissuto quotidianamente dall’Aquila. Che però non può intervenire di fronte ai piccoli problemi quotidiani perché, giustamente, si trova in una struttura non di sua proprietà. L’amministrazione, d’altro canto, non ha il personale necessario per gestirla. Insomma, una situazione di stallo dalla quale sembra abbiano tutti da perdere. Nel frattempo sulla convenzione non si registrano grossi passi in avanti. A quanto pare i nodi sono sempre i soliti: riconoscimento di debiti e crediti pregressi, quantificazione di un contributo di gestione e possibilità di utilizzare l’impianto per eventi diversi dal calcio.