A 17 anni si può essere già leader di una squadra? Di una piazza importante tra l’altro. Magari leader no, però nella stagione 17/18 il primo nome del Campobasso che ti veniva in mente era proprio del protagonista odierno di “Raccontiamoli.”
Per parlarne dobbiamo cambiare Continente, andare in Africa, precisamente in Sierra Leone.
Qui a Freetown, la capitale, c’è un ragazzino che scorrazza con un pallone a piedi scalzi, facendo tutto quello che vuole. E tutto quello che vuole con quella palla, non passa inosservato. Un procuratore punta su di lui. Quel ragazzo è Augustus Kargbo. Viene notato e portato in Italia. Il sogno di diventare calciatore ha inizio. Il sogno di ricalcare le ombre di Kallon. E si, perché per un bambino sierraleonese, l’attaccante ex Inter (anche lui di Freetown) è un po come Messi per un bambino argentino o Ronaldo il fenomeno per uno brasiliano. Augustus viene iscritto ad un’ Accademia ed accolto in una casa famiglia.
La sua storia ha inizio a Campobasso, nella stagione 17/18. Augustus non ha neanche 18 anni. Inizia subito la preparazione a Serino con i lupi molisani sotto la guida di mister Foglia Manzillo. Ma Kargbo non può giocare perché il tansfer tarda ad arrivare (come al solito), e il giovane ne soffre. Veemente la sua risposta dopo il k.o per 4-0 contro la Vastese all’Aragona: “Voglio giocare, voglio dare una mano alla squadra.” Calma ragazzo, arriverà il momento. Il club del capoluogo molisano era partito bene, specie grazie ai colpi di Stefano D’Agostino. Poi una netta flessione ridimensionò gli obiettivi di quella stagione che alla vigilia erano piuttosto alti. Il transfer arriverà così come l’esordio. Nel frattempo il fantasista genovese (D’Agostino) passa a Taranto. 14 gennaio del 2018. Al Nuovo Romagnoli arriva il Monticelli. Uno stadio non propriamente pieno, ma chi ha assistito a quella partita, rimase estasiato. I rossoblù vincono 3-0, Augustus Kargbo man of the match. Il sierraleonese trova il suo primo gol in modo sensazionale. Fallo laterale, palla a lui, stop, entrata in area, scompiglio, come sempre. Sull’attaccante africano tre difensori. Kargbo si allarga, per poi tirare sul palo coperto dal portiere marchigiano. 1-0. Il raddoppio un colpo di testa, sempre del baby Kallon. Poi nella ripresa, altro fallo laterale, altro scompiglio in area, palla a Marzano e 3-0 Campobasso. 2 gol e un assist. Ah e si ricorda che con la maglia del Campobasso, era la sua prima esperienza calcistica, in precedenza non aveva mai giocato in una vera e propria squadra. Ecco, forse ora le 4 parole e quel numero, hanno un’altra risonanza. Riproponiamole: 2 gol e un assist.
Che sia veloce, rapido e bravissimo nel dribbling è scontato da dire. Kargbo è di più. Tra lui e i difensori avversari c’è quasi un rapporto tra guardia e ladro. Sembra sempre dire: “provate a prendermi”. Bella impresa. Vanno in tilt anche i più esperti. In area di rigore è pura dinamite pronta a esplodere. Se provi a neutralizzarlo, il rischio di regalarli un rigore è altissimo. E infatti ne procurerà tanti. Ogni volta che si affrontava il Campobasso, il problema numero uno era sempre stare attenti a Kargbo. Le prime gesta non passano inosservate e infatti viene convocato dalla Rappresentanti Lnd per il Torneo di Viareggio, nella quale Kargbo segna contro l’ Empoli. 6 le reti finali con i molisani. Ma non è finita. Arriva la chiamata da parte di una grande squadra. Sempre rossoblù e un predatore come simbolo. Non il lupo però, ma uno squalo. Il Crotone, appena retrocesso in B, lo prende. 5 presenze in Calabria. Quest’anno il sierraleonese è passato in prestito alla Reggio Audace in C, squadra che eredita la tradizione della Reggiana. Nel terzo campionato nazionale segna 8 gol e fornisce 6 assist.
Ragazzo dall’animo buono, sempre sorridente e solare nelle interviste. Prima poi questa emergenza passerà e allora l’ala sinistra potrà nuovamente rincorrere le proprie ambizioni e tentare di diventare il nuovo Kallon.
Pierluigi Trombetta